Salta

CRIT, il broker tecnologico a servizio dell’Open Innovation

13 febbraio 2017

Diciassette anni fa – correva l’anno 2000 – 14 imprenditori, tutti con importanti Centri di Ricerca e Sviluppo situati in Italia, hanno deciso di fondare una società il cui obiettivo era favorire il benchmarking e lo scambio di best practices tecnologiche tra imprese che operano in settori diversi.

Nasce così a Vignola, nel cuore dell’Emilia Romagna, CRIT: realtà che lavora per supportare le imprese interessate nell'innovazione tecnologica di prodotto e di processo e per agevolare il trasferimento tecnologico tra il mondo della Ricerca e il mondo Industriale.

Oggi CRIT ha una struttura composta da 12 dipendenti, per la maggioranza ingegneri o laureati in materie tecnico-scientifiche, e offre servizi di scouting tecnologico, innovazione collaborativa e fund raising per l’innovazione a tutte le imprese interessate. I soci proprietari di CRIT sono 26 imprese: Alstom, Beghelli, Caprari, Carpigiani, Cefla, Cineca, CMS, CNHi, Corghi, Datalogic, Ducati Energia, Ferrari, G.D, Gruppo Fabbri, IMA, ITM, Rossi, Sacmi, SCM, Selcom, Sitma, System, Technogym, Tetra Pak, Walvoil, WAM.

Il CRIT è Centro per l’Innovazione della Rete Alta Tecnologia, accreditato dalla Regione Emilia Romagna, membro di EFFRA (European Factories of the Future Research Association) e di SPIRE (Sustainable Process Industry through Resource and Energy Efficiency), i partenariati pubblico-privato integrati nei programmi di finanziamento di Horizon 2020 per i temi che riguardano le tecnologie della fabbrica del futuro e l’ottimizzazione energetica delle risorse e dei processi in otto diversi comparti industriali. CRIT inoltre gestisce il progetto Adaptive Manufacturing all’interno del Cluster Tecnologico Nazionale Fabbrica Intelligente.

Marco Baracchi

Alfiere della Open Innovation, da qualche anno CRIT è anche membro del Comitato Tecnico Scientifico della fiera SPS Italia. Abbiamo così avuto l’opportunità di incontrare Marco Baracchi, Direttore Generale della società, per parlare con lui di ricerca e innovazione.

In questi anni il contesto economico nel quale operate è profondamente mutato. Come stanno cambiando le vostre attività e la vostra mission?

In effetti il CRIT è stato un precursore in molte sue attività rispetto alla consapevolezza che per innovare, l’impresa, necessita di know-how provenienti dall’esterno. La complessità crescente delle nuove tecnologie e la velocità di sviluppo delle stesse, richiedono l’apertura e la collaborazione con il mondo esterno anche per le attività di R&D, non per niente si parla sempre più dell’importanza dell’Open Innovation.

Le attività del CRIT supportano l’impresa nel trovare la tecnologia giusta e il partner più adatto per realizzare queste innovazioni. Se nel 2000 il problema delle imprese era trovare le informazioni su ciò che già esisteva nel mondo esterno, oggi il problema è districarsi nella enorme quantità di informazioni disponibili a tutti. Noi ci siamo specializzati, anche grazie all’utilizzo di piattaforme professionali e strumenti dedicati, nel far risparmiare tempo alle imprese per analizzare le informazioni disponibili ed essere efficaci nel selezionare e sintetizzare quelle sole che davvero sono di utilità per risolvere lo specifico problema tecnologico.

Negli anni il CRIT ha messo a disposizione queste competenze a sempre più industrie, indipendentemente dal fatto che siano suoi soci o no. La missione quindi non è cambiata, sono cambiate e migliorate le attività, gli strumenti e le competenze che abbiamo a disposizione.

Qual è il valore aggiunto dell'innovazione collaborativa?

Anche la sensibilità per l’innovazione collaborativa è cambiata e aumentata in questi anni. Da sempre organizziamo incontri, seminari, tavoli di lavoro nei quali le aziende possono confrontarsi sulle best practices tecnologiche e organizzative, chiarendo dubbi e acquisendo informazioni di elevata qualità in brevissimo tempo grazie al clima di fiducia che si è instaurato in questi anni tra le imprese del nostro network.

Negli ultimi 2 anni abbiamo avviato anche un’attività di Problem Solving Collaborativo, in cui gruppi di 3 imprese affrontano problemi concreti e specifici di una di loro attraverso un’attività strutturata e guidata dal CRIT. Le idee e le soluzioni provenienti da tecnici che hanno esperienza in altri settori si sono dimostrare di grandissimo valore e hanno portato a innovazioni inaspettate.

Ricordiamo anche che alcune imprese CRIT hanno deciso già alcuni anni fa di costituire un laboratorio industriale interaziendale, finalizzato alla soluzione di problemi specifici nell’automazione industriale, il LIAM (Laboratorio Industriale Automazione Macchine per il packaging).

Quali sono i principali filoni di ricerca che state seguendo oggi? Avete qualche progetto attivo in ambito Industria 4.0?

Tutte le tecnologie che ruotano alla cosiddetta Industria 4.0 sono state oggetto di nostra indagine e di studio dettagliato. In particolare sul tema dell’Additive Manufacturing e sull’Intelligenza Artificiale: abbiamo realizzato i primi 2 scouting tecnologici non destinati a un cliente specifico, ma a disposizione di tutte le aziende interessate ad approfondire queste due tematiche. Nel corso del 2016 abbiamo inoltre attivato un nuovo servizio chiamato Assessment Industry 4.0, per aiutare la singola impresa a capire se e quale delle tecnologie che ruotano intorno a questa nuova rivoluzione industriale possono portare valore nel suo specifico caso e realizzare quindi una roadmap per implementarle in azienda.

Il CRIT è inoltre attivo su altre tematiche tecnologiche, anche molto differenti tra loro: i metalli amorfi, le superfici autolubrificanti e autopulenti, le tecnologie di Energy Harvesting, le tecnologie laser, i wearable per applicazioni industriali, le batterie e molti altre. Siamo anche partner di alcuni nostri clienti all’interno di loro progetti di ricerca: in uno di questi stiamo ad esempio supportando SACMI per migliorare l’efficienza energetica di loro macchine e impianti.

CRIT è presente nel comitato tecnico scientifico della fiera SPS Italia. Dal punto di vista dei contenuti, cosa vi aspettate dalla prossima edizione?

Come membro del comitato scientifico di SPS Italia, ho notato negli ultimi anni un innalzamento del contenuto tecnico negli interventi dei convegni, a discapito degli aspetti commerciali, che ognuno può giustamente approfondire presso gli stand. In particolare quest’anno ho grandi aspettative riguardo ai temi della Robotica, dei sistemi di visione e dell’Industrial Internet of Things: temi già molto conosciuti ma su cui ci aspettiamo interessanti novità dai principali fornitori di tecnologia, vista la rapida evoluzione del settore e il crescente interesse dei potenziali utilizzatori. Anche il tema di come le nuove tecnologie, in particolare quelle legate a Industria 4.0, possano aiutare i costruttori di macchie e impianti a trasformarsi da venditori di prodotti a fornitori di servizi penso possa essere di estremo interesse per i visitatori della fiera. Tanti costruttori si stanno interrogando su questo tema e il contributo dei fornitori di automazione è sicuramente fondamentale.

www.crit-research.it