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Intervista a Fiorella Operto, Board of Directors Scuola di Robotica

10 luglio 2023
Intervista a Fiorella Operto, Board of Directors Scuola di Robotica

Nata in Italia da una famiglia di insegnanti e studiosi, dai genitori ha imparato ad amare e a studiare sia l’ambito scientifico, sia quello umanistico. Dopo gli studi di filosofia, Fiorella Operto ha trascorso un periodo negli Stati Uniti, lavorando in una casa editrice a Washington, DC. Tornata a casa, ha iniziato a occuparsi di una collana di libri di divulgazione scientifica. Ha acquisito un’esperienza specifica nella divulgazione scientifica, lavorando in collaborazione con laboratori scientifici e centri di ricerca in Europa e negli Stati Uniti. Più recentemente, Operto ha cooperato con il Reparto Robotica del Consiglio Nazionale per la Ricerca in Italia per promuovere la conoscenza e la comprensione della nuova scienza robotica. Nel 2000 è stata co-fondatrice della Scuola di Robotica. Nel 2004 ha collaborato con il robotico Gianmarco Veruggio nella promozione dell’idea originale della Roboetica, ovvero di un’etica applica che disciplini la progettazione, produzione e uso dei prodotti robotici. Nel 2008 ha ricevuto il Blackberry Awards come Tecnovisionaria dell’anno per aver promosso in Italia il progetto Roberta, le ragazze scoprono i robot, ovvero l’uso di kit robotici per promuovere la curiosità e l’interesse scientifici presso le bambine e le ragazze. 

La nostra società è caratterizzata da un crescente uso di robot in grado di svolgere funzioni altamente sofisticate attraverso l’intelligenza artificiale. Quest’evoluzione solleva numerosi problemi etici, legali e sociali. Dalla necessità di responsabilità nello sviluppo di questi strumenti nasce la materia – sempre più attuale - di cui lei è ufficialmente fondatrice, la Roboetica. Alla luce della sua esperienza, come può evolvere l’interazione uomo-macchina in modo realmente empatico?

È senz’altro vero che nel breve futuro i cosiddetti robot sociali - quei robot che avranno altre capacità di relazioni con gli umani, essendo dotati di capacità di interpretare stati emotivi, espressioni facciali e comportamenti umani, anche gli aspetti culturali che caratterizzano le nostre abitudini e paradigmi sociali – saranno sempre più diffusi con varie funzioni, prevalentemente di compagnia, assistenza, sostegno. È anche vero che occorreranno sviluppi in diversi campi per assicurare efficienza, altre capacità, e caratteristiche di safety e security, soprattutto sul rispetto del diritto alla privacy.
Una nuova generazione di robot sociali potrà essere dotata di capacità di elaborazione e archiviazione dei dati tramite cloud e grazie a capacità di apprendimento potranno interagire, prendere decisioni e reagire in maniera adatta a situazione impreviste. Per questo, il robot avrà sondato l’ambiente dove opera e “appreso” tutte le abitudini, i dati e le routine degli umani da assistere.
Se pensiamo che Google, Amazon posseggono e processano già molti dei nostri dati e abitudini, immaginiamo i problemi di privacy quando i robot riusciranno a interpretare i nostri stati emotivi.

Il mondo si trasforma velocemente: è essenziale sviluppare e allenare una mente aperta al cambiamento, acquisire competenze e potenziare la digital literacy. In questo contesto accelerato, come l’uomo può creare un pensiero critico rispetto alle tecnologie e al loro ruolo sociale ed etico?

Nel 2002 il co-fondatore di Scuola di Robotica, il robotico Gianmarco Veruggio, inventò il termine, e il concetto, di Roboetica, un’etica applicata alla produzione, programmazione e uso di robot. In realtà, Roboetica intendeva qualche cosa di più: gli indirizzi che avrebbero preso la manifattura e comportamento dei robot in generale. In una parola, Dove stava andando la robotica nel 2002?
Da allora, gli studi di Roboetica sono andati avanti rapidamente e costituiscono una risorsa preziosa per sviluppare quel pensiero critico che citate. In un certo senso, sia i robot nella loro complessa sia ogni sezione importante della loro architettura, funzionamento e comportamento sociale dovrebbero essere analizzati chiedendoci: Quale rischio porrebbe generale questa funzione?
Pensiamo ad anziani soli con robot di assistenza. O bambini, o anche solo tutti noi che non sappiamo che cosa “ci sia dentro” a quella che è la complessa architettura di un robot dotato di capacità di apprendimento. Come Scuola di Robotica, da anni insegniamo a usare la Roboetica come test “etico” per molti robot.

Bambine e bambini assorbono molto precocemente le aspettative sociali e le incarnano trasformandole in impressione di sé. E’ necessario pertanto scardinare percorsi genderizzati prima che agiscano sulla percezione delle proprie potenzialità. Come possiamo supportare la comunità, in famiglia e a scuola, alla diversità di genere e promuovere un'educazione più inclusiva, libera da stereotipi, pregiudizi e senso di inadeguatezza?

Nel 2008 portai i Italia un bel progetto europeo, Roberta, Girls Discover Robots. Iniziato dall’Istituto Fraunhofer IAIS di Bonn, “Roberta” si dedicava a usare la robotica educativa per promuovere l’interesse (e, se possibile, il programma di studi e la carriera) delle bambine e ragazzine nella tecnoscienza (oggi STEM).
Certamente, gli stereotipi di gender sono così radicati che occorreranno complesse azioni sociali, e tempo, per eliminarli. Ma senz’altro introdurre i robot educativi fin dall’infanzia permette alle bambine di mettere le mani su macchine intelligenti che simulano diversi comportamenti vegetali, animali e, in piccolissima misura, umani. Lavorare con robot promuovere lo sviluppo di quelle capacità umane complesse e fantastiche che sono il pensiero algoritmico, la curiosità sull’universo, il pensiero laterale e la creatività. Dal 2000, quando iniziammo con Scuola di Robotica i corsi di robotica educativa, a oggi, abbiamo visto un cambiamento importante nelle performance sulle STEM di maschi e femmine, con pochissime differenze (a volte a favore delle bambine) di abilità.
I problemi sorgono più tardi, quando, a decidere del curriculum di studi e la professione, intervengono fattori sociali pesanti che indirizzano la scelta delle ragazze verso campi diversi da quelli delle tecnoscienze. Purtroppo.
Tuttavia, bambine che abbiano giocato e imparato su robot educativi saranno cittadine più attente e coscienti dei benefici e rischi della tecnologia, qualunque sarà stata la loro scelta di studi e carriera.

Tag tematici: Robotica She SPS Italia

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