Manila Di Giovanni è la 23enne fondatrice e CEO di DWorld, una startup tecnologica che sta creando la prima economia virtuale al mondo per i Paesi, a partire dal Principato di Monaco, Filippine, Malta e ora espandendosi anche in Italia. Dopo essere stata inserita nella lista Forbes 30u30 e aver vinto diversi premi, tra cui il premio AIDDA, l’Oscar dell’innovazione ANGI, il premio donna dell’anno in presenza di S.A.S. il Principe Alberto II e S.A.S. la Principessa Charlene per il lavoro svolto contribuendo allo sviluppo del Principato, è attualmente la più giovane donna tecnoimprenditrice nell’industria del Metaverso. La missione a lungo termine di Manila è quella di costruire città più intelligenti, ecologiche e futuristiche nel Metaverso, dove tutti gli attori locali e internazionali possono collocarsi nel gemello virtuale di ogni città che DWorld ricrea per definire insieme il futuro del loro Paese. Si tratta di tutte le imprese di ogni settore economico chiave che caratterizza ogni città, ma anche di enti governativi che vogliono integrare i servizi pubblici per i cittadini. Il suo obiettivo è quello di utilizzare il Metaverso per aiutare sia le città che i Paesi a creare un futuro più inclusivo attraverso lo sviluppo di un'era di V-Economy complementando il mondo reale.
A soli 23 anni sei la fondatrice della holding DWorld, con cui progetti smart cities nel metaverso sfruttando nuove tecnologie come la realtà virtuale, l'intelligenza artificiale, la blockchain e il 3D modelling. Qual è la finalità del tuo lavoro?
Il mio progetto è nato da una visione ambiziosa di formare un ponte tra il mondo reale e quello virtuale per creare le città del futuro ed una nuova economia virtuale parallela. Questa visione era iniziata a nascere quando avevo avuto 11 anni dopo aver visto un anime un po’ distopico chiamato Sword Art Online, dove avevo capito che il futuro di internet non sarebbe più stato sui nostri schermi 2d nei computer o nei cellulari, ma sarebbe stato accesso direttamente tramite il visore di realtà virtuale per generare più immersione e un mondo più esperienziale ed interattivo. Avevo continuato a fare ricerca soprattutto il mio ultimo anno delle superiori e dopo le mie esperienze di tirocinio tra Singapore e la Cina, avevo capito anche le tecnologie coinvolte per creare la mia visione. Così quando ero tornata nel Principato di Monaco per il mio secondo anno dell’università all’International University of Monaco, avevo chiesto ai miei professori di cambiare la mia tesi con un progetto imprenditoriale. Era stato il primo caso nella storia dell’università dove hanno concesso ad uno studente di fare questo cambio. Dopodiché, avevo avuto anche l’opportunità di parlare al dipartimento smart city del governo di Monaco riguardo al mio progetto per un gemello virtuale di Monaco, creando un’economia virtuale parallela. Dopo averli convinti a fare il prototipo insieme, nel Marzo 2021, prima che Facebook cambiasse il suo nome in Meta e prima ancora che qualsiasi altra città si iniziasse ad inserire nel Metaverso, noi in DWorld fummo i primi a creare il primo Metaverso di uno Stato, un luogo virtuale che rappresentasse un'intera nazione per il Principato di Monaco. Da là ci siamo espansi e avendo ora la Holding a Singapore, abbiamo iniziato a creare il Metaverso delle Filippine, il Metaverso di Malta, e ora stiamo per iniziare anche quello di Genova. Inoltre, altre città e Paesi sono nella nostra “pipeline” per questo 2024 dove stiamo finalizzando accordi.
La mia visione e finalità è includere i cittadini e residenti nei processi decisionali dei nostri governi ed enti pubblici. Perché il Metaverso può abilitare la partecipazione attiva della comunità di qualsiasi città, la quale può contribuire allo sviluppo del Metaverso in modi unici. I cittadini possono creare e condividere contenuti, influenzare le dinamiche economiche e sociali, e persino contribuire alla progettazione del mondo virtuale che verrà legata alla progettazione delle loro città reali. Questo coinvolgimento attivo può portare a una comunità virtuale e reale più coesa e dinamica per migliorare le nostre società.
Al momento siete l’unico player mondiale: con questa mission state solcando un mare ancora inesplorato, la transizione verso il metaverso è ancora piuttosto lontana. Quali sono le principali barriere in cui vi imbattete? Quali i potenziali limiti delle nuove tecnologie?
La barriera più grande nel quale ci imbattiamo sicuramente è la burocrazia di diversi Paesi. Mentre per i limiti principali delle nuove tecnologie come il Metaverso e l’intelligenza artificiale, la sicurezza digitale è una preoccupazione primaria, con minacce come frodi, furto d'identità e attacchi informatici che possono compromettere l'integrità del Metaverso. La gestione della privacy è un'altra sfida, poiché la raccolta e l'uso dei dati personali devono essere gestiti con attenzione per evitare abusi. È qui che entra in gioco la tecnologia blockchain. È particolarmente efficace nel garantire la sicurezza delle transazioni, grazie alla sua capacità di fornire un registro antimanomissione. Tuttavia, è fondamentale comprendere che la blockchain protegge principalmente i dati delle transazioni e non è una soluzione completa per tutti i tipi di dati degli utenti.
Perciò fino ad un certo punto può aiutare, però gestione della privacy, va oltre il campo della blockchain. È necessario implementare ulteriori protezioni della privacy, come pratiche sicure di gestione dei dati e il rispetto delle normative sulla protezione dei dati, per tutelare le informazioni personali. Questo approccio aiuta a prevenire l'accesso non autorizzato e l'abuso dei dati degli utenti.
I progetti del vostro giovanissimo team vengono adottati da governi in tutto il mondo, quale strategia adotti per superare i dubbi dei vari funzionari istituzionali legati all’età? Cosa consiglieresti alle ragazze e ragazzi che sognano un percorso simile al tuo?
Interagendo con persone di diversi governi, un consiglio che darei a tutti è che dovete arrivare sempre pronti con una visione chiara, ben definita, ma anche già concretizzata. Dovrete sempre presentarvi con una presentazione ben strutturata, breve e coincisa e con almeno un prototipo funzionante, perché queste persone e soprattutto i Ministri sono talmente occupati che è già un lusso se vi danno tra 30min-1h del loro tempo per ascoltarvi. Voglio enfatizzare soprattutto sul prototipo perché specialmente nei campi scientifici e tech, molti enti governativi purtroppo non hanno molta immaginazione se parlate tanto senza mostrare come le vostre idee funzionano nella realtà. Se avete qualcosa di innovativo da voler presentare ad enti pubblici, dipendendo dal Paese in cui andrete perché ci sono anche le eccezioni, molti sono concentrati solo nel presente e pensano in un arco di tempo molto breve. Vi chiederete perché molti hanno poca immaginazione e perché non guardano al futuro? Il motivo è perché la loro priorità è agire e fare progetti con risultati che possano essere quasi immediati e che possano mantenerli nella loro posizione politica attuale o migliorarla. Quindi, consiglio proprio di essere sempre ottimisti, ma anche molto pazienti perché a volte serve aspettare un po’ dipendendo dal Paese. In più, bisogna arrivare già con un prodotto già funzionante, in modo che possano visualizzare subito e capire che cosa potete offrire per la città o Paese in questione. Infine, bisogna ricordarsi che se un governo non vi dovesse sostenere, ci sono molti altri Paesi nel mondo. Non fermatevi al primo, è un processo lungo e burocratico, ma cercate il Paese che crede nel vostro talento e che vi possa dare più opportunità di crescita.
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