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Il futuro dell'innovazione passa (anche) da intelligenza artificiale e blockchain

Il recente insediamento dei due tavoli di lavoro organizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico su intelligenza artificiale e blockchain è un'ottima notizia per chi si occupa di innovazione.

Su ciascuna di queste due materie si confronteranno nei prossimi mesi trenta esperti di competenza ed esperienza comprovate, provenienti dall'industria, dal mondo accademico e dalla società civile: due gruppi di lavoro eterogenei quindi, e anche questa è una buona notizia.

Il loro compito è, in sintesi, elaborare insieme al Ministero una strategia nazionale che poi sarà inviata alla Commissione Europea con l'obiettivo di pervenire a un approccio comune e integrato dell'Europa, che guardi alle opportunità offerte da queste tecnologie e sappia rispondere alle sfide che pongono, soprattutto dal punto di vista etico e giuridico.

L'intelligenza artificiale

L'intelligenza artificiale è già realtà: lo è nelle nostre case, dove abbiamo gli assistenti virtuali come Alexa e Google; lo è nei call center, che ormai dispongono di automi in grado di chattare con i clienti; lo sarà - non sappiamo quanto presto - anche nelle nostre città (basti pensare alle auto a guida autonoma, ma non solo) e nell'industria.

Non è azzardato immaginare un'evoluzione molto rapida di queste tecnologie, destinate a diventare quindi sempre più pervasive.

In questo quadro il compito del gruppo degli esperti italiani è quello di “lavorare ad analisi e valutazione di impatto socio-economico dello sviluppo e dell’adozione generalizzata di sistemi basati sull’IA, corredata da un’elaborazione degli strumenti di attenuazione delle criticità riscontrate”. Un lavoro enorme, che richiede la fattiva collaborazione di professori, analisti, giuristi, tecnici, sindacalisti, esponenti di associazioni di imprese e della società civile: non soltanto quindi ricercatori ed esperti di tecnologia, ma anche rappresentanti di interessi collettivi.

Blockchain

Buona parte del discorso fatto per l'AI vale anche per la blockchain. Anche qui la strategia del Governo è stata quella di creare un gruppo di lavoro eterogeneo, con contributi che arricchiscano la discussione con punti di vista diversi.

Il compito di questo gruppo è infatti individuare e analizzare le iniziative già esistenti nel settore privato e pubblico e approfondire le condizioni necessarie per incrementarne e accelerarne la diffusione, oltre a elaborarestrumenti tecnici e normativi.

Un potenziale realmente disruptive?

A oggi è difficile capire se il potenziale della blockchain e dell'intelligenza artificiale sia effettivamente così disruptive come viene presentato. O se solo una delle due tecnologie sia un vero game changer. È altrettanto difficile immaginare quali possano essere le conseguenze di una loro implementazione su larga scala.

Proprio per questo è fondamentale studiarle e sperimentarle sul campo, ma anche lavorare per inquadrarle in uno scenario regolamentato. Solo così saremo in grado di sfruttare al meglio le opportunità che possono offrire. Se restassimo a guardare, rischieremmo di trovarci in un ritardo che, con la velocità che contraddistingue questa epoca, sarebbe probabilmente troppo difficile da colmare.

Nell'attesa di conoscere gli sviluppi su questi due fronti, vi invito intanto a venire il 6 febbraio al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano al Forum Industrial Software, che organizziamo insieme ad ANIE Automazione: qui potrete toccare con mano il "lato software dell'innovazione", tutte quelle tecnologie già disponibili che rappresentano il presente e il futuro del settore manifatturiero.

Donald Wich, Amministratore Delegato Messe Frankfurt Italia