Dal 25 al 27 maggio la seconda edizione di SPS Italia Digital Days su Contact Place, la piattaforma delle tecnologie innovative per l'industria. Un evento rinnovato, accessibile gratuitamente, con la possibilità di fare networking in modo mirato, entrando in contatto con una selezione di aziende, circa 90, che rappresentano l’offerta più innovativa e completa in termini di tecnologie abilitanti. Per partecipare a SPS Italia Digital Days, registrati qui.
Tra i partner anche Schneider Electric, fornitore di soluzioni digitali per la gestione dell’energia e l'automazione, per l’efficienza e la sostenibilità. Integriatore di tecnologie a livello mondiale, automazione in tempo reale, software e servizi, in soluzioni per abitazioni, edifici, data center, infrastrutture e industrie. Abbiamo incontrato Marco Gamba, Strategy & Innovation Industry Leader, Schneider Electric.
A quali progetti state lavorando per questo 2021?
In questi mesi siamo molto focalizzati sul supporto ai nostri clienti che stanno cercando di superare le complessità vissute a causa della pandemia e che stanno attivando progetti per accelerare il loro rilancio in un contesto nuovo. In questo senso, ci proponiamo come un partner di fiducia capace di aiutare non solo ad analizzare le esigenze, individuare le priorità e strutturare soluzioni tecnologiche adatte, ma anche di dare una consulenza per cogliere al meglio le importanti opportunità del piano Transizione 4.0.
Al centro dell’attenzione c’è la digitalizzazione che deve entrare in modo sempre più trasversale nel business delle aziende manifatturiere e nella loro operatività. Da un lato lavoriamo per aiutare a creare facilmente connettività per collegare l’ambiente di fabbrica ai sistemi aziendali, proponendo soluzioni compatte e adatte alle piccole e medie imprese come Data Wizard; dall’altro siamo focalizzati sulle esigenze di alcuni settori, come ad esempio il Food & Beverage, per i quali oggi si presentano sfide nuove legate alla tracciabilità e alla gestione delle informazioni su tutta la filiera, proponendo piattaforme ad hoc come EcoStruxure Traceability Advisor che presentiamo proprio in questi giorni.
Sempre in ambito digitalizzazione, stiamo lavorando con i nostri clienti OEM per arrivare alla realizzazione di control room, tramite le quali i costruttori di macchine possano rimanere connessi alle macchine vendute, raccogliendo dati e fornendo servizi ad alto valore aggiunto, come la fornitura di ricambi ottimizzata rispetto alle condizioni della macchina, l’esperto remoto, oppure l’ottimizzazione delle condizioni di funzionamento e di manutenzione di un macchinario.
Accanto alla digitalizzazione, abbiamo un’altra parola d’ordine che è sostenibilità: nella convinzione che le due cose siano indissolubilmente intrecciate – come conferma anche la struttura stessa degli incentivi, che riguardano anche la realizzazione di investimenti digitali e sostenibili – stiamo supportando con nuove tecnologie, consulenza, soluzioni i clienti che vogliono accelerare il loro percorso di riduzione dell’impatto ambientale.
Unendo i due temi, digitalizzazione e sostenibilità, stiamo continuando la nostra missione di diffusione al mercato e di supporto relativamente al Piano Transizione 4.0 che rappresenta una spinta importante, proprio per le due tematiche sopra elencate.
A livello evolutivo, infine, stiamo promuovendo una visione per l’industria del futuro che – mantenendo come fulcro digitalizzazione e sostenibilità – punta su una profonda trasformazione dei modelli dell’automazione come la conosciamo oggi: parliamo di automazione universale, con l’obiettivo di creare una completa “apertura” che superi il concetto di sistemi proprietari, consentendo una reale integrazione a livello di supply chain che consente di liberare il pieno potenziale dell’innovazione.
Perché oggi il dato è così importante nello sviluppo di un moderno sistema di automazione?
Il dato è il fulcro dell’innovazione nel mondo dell’automazione: la capacità di captarlo, analizzarlo, trasformarlo in strumento decisionale per l’attività di business a tutti i livelli, che si ottiene grazie alla digitalizzazione, abilita il perseguimento dell’efficienza (OEE), della sostenibilità e la creazione di nuovi servizi. Per un sistema di automazione che sia veramente innovativo, è essenziale fare in modo che il dato possa essere disponibile là dove serve, quando serve, nel formato necessario – e che sia disponibile in modo sicuro, affidabile e unificato. Quando riusciamo a garantire questo, creiamo le premesse per importanti guadagni di efficienza, di sicurezza per le persone, di competitività.
Si parla sempre più spesso di Edge Computing. Dal vostro punto di vista qual è il ruolo di questa tecnologia in fabbrica?
L’edge computing è una delle tecnologie chiave, a nostro avviso, nel contesto industriale. E’ un elemento strategico di una infrastruttura che offra un’elevata capacità di elaborazione locale come quella necessaria per sfruttare al meglio le applicazioni IoT attraverso analytics in locale rendendo immediatamente disponibili le informazioni ai sistemi cui servono. Per portare l’edge computing in ogni ambiente, compreso quello industriale, oggi esistono soluzioni ad hoc – ad esempio noi proponiamo dei Micro Data Center applicabili in qualunque contesto, robusti e resistenti, che consentono una semplificazione importante nella gestione dell’IT con soluzioni standardizzate.
Connessi, ma anche sicuri. Che approccio consigliereste di seguire oggi a chi vuole migliorare la sicurezza del dato e quella degli impianti?
Non c’è connessione senza sicurezza: questo è un principio assoluto ed è il motivo per cui la nostra proposta prevede l’integrazione di tutto quanto necessario per la sicurezza con un approccio end-to-end, anche con il supporto della nostra rete di partner. In un contesto come quello odierno ci sono talmente tanti elementi da tenere in considerazione che, di fatto, per noi ogni progetto è un lavoro di squadra: che coinvolge il cliente, il fornitore tecnologico principale e partner specializzati, che in ambiti come la sicurezza sono assolutamente necessari. Quindi la prima cosa da considerare è la capacità del fornitore cui ci si vuole rivolgere di garantire questo.
Per perseguire una sicurezza end-to-end non si dovrà trascurare nessun particolare, nessun componente, anche il più piccolo. E’ quindi importante scegliere soluzioni dotate delle giuste certificazioni di cybersecurity (ad esempio Achilles Level II) e poi, a livello di architettura, creare una struttura capace di garantire la sicurezza dei sistemi più critici – ad esempio con apposite segmentazioni di rete – senza però influire sulle performance richieste; mantenere tutto quanto realizzato costantemente aggiornato e monitorato.
Detto questo, per non vanificare gli sforzi fatti le aziende devono sempre mettere in primo piano anche la formazione dei loro dipendenti. Così come si formano le persone sulla sicurezza operativa, le pratiche e i comportamenti da tenere quando si lavora sulle macchine, nell’impianto, si devono svolgere corsi di formazione sulla sicurezza informatica: sui giusti comportamenti, sulle buone pratiche, le policy da rispettare. Per quanto si faccia, infatti, nella gran parte degli attacchi l’anello debole oggi sono ancora le persone.
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