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Intervista a Carla Masperi, Amministratore Delegato di SAP Italia

5 luglio 2023
Intervista a Carla Masperi, Amministratore Delegato di SAP Italia

Laureata in Economia e Commercio all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Carla Masperi ha da sempre considerato l’Information Technology la chiave di successo del business. Dal 2007 al 2013 è stata Chief Information Officer dell’Ospedale San Raffaele di Milano, dopo aver precedentemente maturato esperienze manageriali e una profonda conoscenza del mercato IT, supportando e promuovendo l’evoluzione tecnologica di grandi aziende e dei grandi partner italiani.

Nel 2013 entra in SAP come Database & Technology Director. Nel 2014 è nominata Chief Operating Officer per l’Italia e dal 2016 è anche la responsabile per lo sviluppo del business delle aree relative alle soluzioni SAP per l’extended Supply Chain e per l’IoT, di cui guida l’esecuzione di strategie e piani di marketing. Nel 2018, la responsabilità della sua carica di Chief Operating Officer si estende anche alla Grecia. Carica che continuerà a mantenere per Italia e Grecia anche nel periodo in cui sarà alla guida della sede italiana. Nel 2022 è stata nominata Amministratore Delegato di Sap Italia e Cluster Head per Italia e Grecia .


Impatto generazionale e approccio diverso al prodotto, al servizio e – in generale – alla vita. E’ importante conoscere le abitudini di millenials, generazione Z e Alpha perché destinate a crescere e diventare l’audience di riferimento. Qual è la sua prospettiva futura e la risposta che il digitale può dare?

Ritengo che solo le aziende con una forte strategia di D&I possano essere in grado di avere una politica di prodotto, di vendita e di servizio efficace per il proprio target: se l’azienda riflette la composizione della società in cui opera, conosce meglio i clienti a cui si rivolge, e sa di conseguenza come dialogare con loro, entrare in empatia, costruire una relazione duratura e di successo.

Una cultura aziendale fortemente orientata al cliente rappresenta una faccia della medaglia, l’altra è la tecnologia che oggi per un’impresa rappresenta un elemento imprescendibile per conoscere  i comportamenti d’acquisto, i valori e le aspettative dei consumatori, indipendentemente dalla generazione cui appartengono. Si tratta di una sfida impegnativa per le aziende: con la crescente influenza delle comunità online, dei social network, e dei consumatori con competenze digitali (generazione Z e Alpha in primis), le imprese devono correre per non rimanere indietro.

Faccio un esempio semplice: rispetto alle generazioni precedenti, durante l’intero customer journey la generazione Z vuole beneficiare di maggior autonomia. Sono consumatori super connessi e a differenza di alcuni clienti più “senior”, non hanno paura di cercare informazioni per conto proprio sulla rete. Vogliono risposte e disponibilità immediate. L’azienda che vuole servire questi target deve quindi rafforzare la propria strategia di omnicanalità, adottare chatbot che si basano su AI per fornire risposte esaustive e quanto più possibile personalizzate e istantanee, così come FAQ dinamiche, knowledge base e help center attrattivi e coerenti sui diversi canali digitali. 

Lei è impegnata in prima persona in azioni di mentorship e nella valorizzazione di giovani talenti. Quali sono le attività necessarie per diffondere cultura tecnologica e far comprendere alle nuove generazioni la grande opportunità che una carriera in questo settore può rappresentare?

La ricchezza di diversità all’interno dell’organizzazione aziendale è una leva di business fondamentale per la sostenibilità economico-finanziaria e per la crescita: non si tratta più solo di un tema di etica professionale. Oltre al motivo che ho spiegato prima, cioè dell’importanza per un’azienda di riflettere con le sue persone la composizione della comunità dove opera, vi sono altri elementi a sostegno di questo punto: studi recenti hanno dimostrato in modo inequivocabile che le aziende con solide strategie di D&I conseguono risultati migliori. Se la cultura d’impresa è aperta e inclusiva, favorisce l’innovazione, il coinvolgimento delle persone, aumenta la reputation e, alla fine, anche il ritorno economico. Infine, un’azienda realmente diversa e inclusiva ha maggiori probabilità di attrarre talenti giovani e di trattenerli. Sappiamo che le nuove generazioni sono più sensibili e attente anche a questi elementi quando devono scegliere l’azienda per cui lavorare e il concetto di “percorso di carriera” non è più quello che  intendevamo noi. Per i giovani una carriera di successo, è una carriera in cui possono liberare il loro potenziale, essere realmente se stessi e avere un ottimo equilibro fra vita privata e vita professionale.

I giovani amano la tecnologia e l’innovazione, come SAP non abbiamo problemi ad attrarli, ma hanno priorità diverse: vogliono essere valorizzati, vogliono essere “sfidati” in attività diverse, difficilmente accettano di rimanere a lungo nello stesso ruolo o nella stessa divisione, vogliono contribuire attivamente al purpose dell’organizzazione. Ecco che il paradigma si sposta: siamo noi responsabili d’azienda che dobbiamo offrire un ambiente lavorativo che possa soddisfare le aspettative dei giovani. Con un costante dialogo e confronto questo può avvenire, ed è per questo che in prima persona mi metto in gioco: solo così posso aiutarli a liberare tutto il loro incredibile e innovativo potenziale.

Migliaia di aziende italiane cercano competenze lavoratori con SAP. Che responsabilità sente di avere guidando un’azienda che potenzialmente offre così tante opportunità?

Se facciamo una ricerca sulle posizioni aperte in Linkedin che richiedono una qualche competenza su tecnologia SAP oggi in Italia, scopriamo che ve ne sono oltre 3.000. La nostra responsabilità è quindi molto grande e ne siamo consapevoli. Responsabilità che diventa ancora più importante se pensiamo che, all’interno di uno scenario apparentemente positivo nel nostro Paese dovuto ai fondi del PNRR (ricordo che al digitale sono stati assegnati oltre 6 miliardi di euro) e agli investimenti ICT in crescita del 4,9% per il quinquennio 2021 – 2026 (fonte: IDC), il più forte freno alla crescita della competitività del nostro tessuto industriale risiede nella scarsità delle competenze digitali.

Secondo l’ultimo indice DESI dell’Unione Europea, che considera la diffusione della larga banda, dei servizi pubblici digitali, la digitalizzazione delle PMI, l’adozione di Internet nella popolazione,  l’Italia è 18sima su 27 Paesi, e stiamo mostrando segni di timida crescita anno dopo anno. Ma se consideriamo solo l’indice relativo alla presenza di competenze digitali siamo 25simi su 27 Paesi, davanti a Romania e Bulgaria e senza alcun miglioramento da ormai 10 anni. La responsabilità di SAP per promuovere una cultura in Italia votata al digitale si traduce nello sviluppo di collaborazioni con associazioni di categoria, Competence Center, Scuole e Università, organizzazioni del terzo settore tutte finalizzate a fare rete su questa fondamentale sfida: formare le professionalità adeguate tra i nostri giovani Talenti a sostegno della competitività e crescita delle aziende italiane.

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