Anna Scavuzzo, nata a Milano nel 1976, è laureata in Fisica dell'Ambiente. Nel mandato amministrativo 2011-2016 è stata Consigliere Comunale e nel 2015 viene eletta anche Consigliera della Città Metropolitana con delega all’Ambiente e al Parco Sud. Nel 2016 viene nuovamente eletta in Consiglio Comunale e nominata dal sindaco Sala vicesindaco con delega all'Educazione, nella prima parte del mandato, e alla Sicurezza Urbana, nella seconda.
È l'attuale vicesindaco di Milano e assessore all'Istruzione, con delega alla Food Policy.
Milano è una città in trasformazione e innovazione continua, che guarda sempre avanti. Come l’amministrazione costruisce un’interlocuzione con la cittadinanza affinché sia parte integrante del cambiamento?
Qual è il compito più difficile per il Vicesindaco di una città così contemporanea?
Milano è certamente una città complessa e in continua evoluzione, allo stesso tempo è una comunità urbana desiderosa di rimanere fedele a se stessa, capace di far memoria di una tradizione a cui non vuole rinunciare, si impegna per guardare al futuro con ottimismo e ha desiderio di continuare a investire sui propri talenti per soddisfare le proprie ambizioni e non deludere le persone e le realtà che ne costituiscono l’anima.
La storia e il cambiamento di Milano passano attraverso la storia - e le storie - di ciascuno di noi: amministrare la città è un compito sfidante e faticoso, che chiede di valorizzare l’impegno di chi lavora ogni giorno per fare la propria parte e creare le condizioni per cui il contributo di ciascuno si inserisca in un percorso che abbia una regia all’altezza dei risultati che i milanesi chiedono.
È necessario alimentare un dialogo costante con i tanti attori, pubblici e privati, che rendono così vivace e la nostra città, e allo stesso tempo è importante saper assumere responsabilità e prendere decisioni, attraversando anche i momenti di dialettica, discussione e confronto che a Milano non mancano mai.
Ascoltare cittadini e cittadine, discutere e illustrare quanto si immagina per la città del futuro e insieme raccontare ciò che si sta costruendo giorno per giorno, con quel pragmatismo e quella concretezza che sono elementi tipici del nostro stile ambrosiano.
Così è stato quando mi sono occupata in Giunta di Sicurezza urbana, con un lavoro nell’ambito del Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica Provinciale che è stato confronto e collaborazione fra le Forze dell’Ordine e l’Amministrazione, insieme ai tanti soggetti chiamati a dare un contributo per promuovere sicurezza in città, tema quantomai attuale in questo momento.
E così accade ora, mutatis mutandis, occupandomi, fra le altre cose, di Scuola: penso ai Patti educativi di comunità, accordi tra il Comune e le diverse istituzioni pubbliche e private che operano nei nostri quartieri - quali ad esempio le Università, le associazioni e le realtà del Terzo settore - e le scuole.
I Patti ci permettono di lavorare insieme e realizzare esperienze concrete di scuole aperte, offrendo attività che arricchiscano la vita sociale e culturale dei nostri quartieri.
In politica la competenza femminile è sempre più incentivata, ma quella maschile prevale ancora. Dal suo punto di vista, in che modo è possibile implementare la complementarietà?
L’equilibrio di genere è un obiettivo da perseguire insieme, perché bambine e bambini possano crescere con il desiderio di scegliere il loro futuro in libertà, di seguire e sviluppare il loro pensiero senza condizionamenti o pregiudizi, e nel rispetto l’uno dell’altra.
Quindi innanzitutto è importante avere consapevolezza dell’importanza di questa complementarietà fra uomini e donne, che permette di raggiungere risultati significativi.
Milano è una città che ama le donne e che dà spazio alle donne, pur se ancora è uno spazio che va conquistato: in città sono molti i ruoli importanti sia nel settore privato che nelle istituzioni pubbliche che vedono leadership femminile. Donne che si sono fatte strada nel mondo della scienza, dello sport e dell’arte, nell’imprenditoria e in Università, nelle associazioni di categoria, nelle professioni. Senza dimenticare le tante donne che come me si impegnano in politica a tutti i livelli.
Vogliamo che Milano sia una città in cui le donne guardino con ottimismo al futuro, quali che siano l’aspirazione e il desiderio che animano la loro vita.
Per questo il nostro sforzo è rivolto anche alla famiglia e alle diverse fragilità: spesso l’impegno della cura è affidato alle donne, quindi una città che sa prendersi cura di chi ha più bisogno – a partire dai più piccoli, dai disabili e dalle persone anziane – è una città capace di essere vicina a tutte e a ciascuna, perché non lascia nessuna da sola.
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