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Intervista a Francesca Puggioni, Amministratore Delegato di Orange Business Italy

24 luglio 2024
Intervista a Francesca Puggioni, Amministratore Delegato di Orange Business Italy

Francesca Puggioni è Amministratore Delegato di Orange Business Italy e Managing Director per il Sud Europa. Entrata in azienda nel 2009 come Direttore per la gestione commerciale di Svizzera e Germania, ha assunto il ruolo attuale alla fine del 2018.

Con una laurea in Ingegneria Elettronica e un'ampia esperienza commerciale e finanziaria, Francesca vanta oltre 28 anni nel settore IT e delle Telecomunicazioni, con esperienze sia presso Lucent Technologies - Bell Labs Innovation che in startup della Silicon Valley. Dalla sua nomina, ha introdotto un modello gestionale innovativo e dinamico, focalizzato sulle esigenze dei clienti e il benessere dei dipendenti. In linea con la strategia "Lead the Future" di Orange, Francesca pone al centro della sua azione la responsabilità sociale e ambientale, riflettendo l'impegno morale del Gruppo Orange verso l'ambiente, i dipendenti e la società in generale.

Che beneficio in termine di Valore procura il tema della diversità a un’azienda?

La diversità è diventata una parola d'ordine all'interno di molte aziende, ma non è solo una moda passeggera. Nonostante le pressioni sociali, le aziende sono caute nell'adottare cambiamenti che potrebbero compromettere la loro produttività e il loro modello operativo. Tuttavia, la crescente enfasi sulla diversità nell'ambiente aziendale non è casuale: essa porta un valore intrinseco che va oltre l'immagine pubblica dell'azienda.

Immaginiamo la diversità come il lancio di un sasso in uno stagno. In un ecosistema in equilibrio, l'introduzione di un elemento estraneo crea un effetto che si propaga.
In superficie, si osservano le onde che catturano l'attenzione, ma è sotto la superficie che avvengono le vere trasformazioni. Il sasso potrebbe disturbare un pesce che, nella sua reazione, perturba un'alga o sposta una pietra, alterando il fondale dello stagno.

Questa immagine poetica riflette efficacemente l'impatto della diversità: stimola il pensiero e l'azione. Introdurre la diversità in azienda significa rivisitare e innovare processi sopiti, generando nuove idee per l'espansione verso mercati diversificati, migliorando l'esperienza del cliente, ridefinendo l'immagine aziendale, ottimizzando i processi interni ed esterni, promuovendo la comunicazione efficace, valorizzando il rispetto reciproco e la diversità umana, creando tensioni costruttive e ispirando cambiamenti nello spazio lavorativo per favorire il benessere di tutti.

Gli esseri umani sono stati progettati con diversità intrinseche, ma anche con compatibilità, ognuno dotato di talenti unici, incastonati in corpi con caratteristiche individuali e sfondi culturali diversi. La tecnologia, in molti casi, può compensare le diversità fisiche, consentendo l'integrazione in ambienti di lavoro inclusivi. Questo "chaos" umano, se gestito con la mentalità manageriale adeguata, può generare un valore immenso per l'azienda, contribuendo alla crescita finanziaria e all'impatto sociale.

Le diversità, con il loro coraggio di esprimersi, arricchiscono l'ambiente lavorativo, creando una cultura aziendale basata sul rispetto umano e sulla diversità di pensiero, che costituisce il vero motore del successo aziendale.

In che modo un approccio inclusivo diventa realmente produttivo in un team di lavoro?

Implementare un ambiente inclusivo per migliorare la produttività è un compito impegnativo, ma in Orange abbiamo fatto notevoli progressi in questa direzione. La diversità è diventata uno dei nostri indicatori chiave di performance aziendale, e abbiamo sviluppato processi mirati a trasformare l'inclusione in un driver di produttività.

Spesso, quando si parla di rendere produttiva la diversità, ci si concentra sull'inclusione delle donne nel mondo del lavoro, soprattutto nel settore tecnologico, data la vasta riserva di potenziali talenti femminili. Tuttavia, non è stata questa la diversità più difficile da gestire. Le sfide sono state principalmente logistiche, come adattare gli orari di lavoro per le esigenze familiari delle donne, implementare il lavoro remoto e fornire supporto tecnologico. Queste iniziative non solo hanno aumentato la produttività e la fedeltà delle lavoratrici, ma hanno anche beneficiato l'intero team.

Creare un ambiente psicologicamente sicuro e rispettoso è stato cruciale per l'integrazione delle donne e di altre figure diverse. In Orange, abbiamo lavorato a stretto contatto con le risorse umane e i manager per evitare comportamenti discriminatori e valorizzare il contributo di tutti i dipendenti. Anche se ci sono sfide, il 30% dei ruoli esecutivi in Orange è ora ricoperto da donne, e la stessa proporzione (se non superiore) si trova in tutte le altre funzioni.

Affrontare le sfide legate alla produttività delle persone con specifiche diversità fisiche o psicologiche rappresenta una delle maggiori difficoltà. È fondamentale preparare i manager e i colleghi a sostenerli, superando barriere psicologiche e adattando la cultura aziendale. Si tratta di un processo bidirezionale che richiede l'impegno sia dell'azienda che dei dipendenti.

Sebbene le difficoltà logistiche possano essere risolte più facilmente grazie alla tecnologia, il vero ostacolo risiede nella preparazione dei manager e dei collaboratori a supportare efficacemente i colleghi diversi. Rimuovere barriere psicologiche, migliorare le competenze nel contatto umano e nella comunicazione, e adattare la mentalità aziendale sono le sfide più impegnative.

È evidente che si tratta di un processo bilaterale. Non possiamo aspettarci che solo l'azienda cambi: anche i dipendenti devono essere disposti a partecipare attivamente. Questo vale anche per i casi che non coinvolgono persone diverse. Pertanto, la fase di reclutamento deve coinvolgere aziende specializzate, per garantire l'integrazione efficace di persone con diversità senza rischiare il loro fallimento in un ambiente già delicato. Inoltre, è necessario fornire corsi specifici per manager e dipendenti per garantire che siano adeguatamente preparati nell'esecuzione quotidiana dei loro compiti.

L'apertura mentale, la consapevolezza dell'impatto del contesto lavorativo sulla vita delle persone, la formazione adeguata e la volontà di successo sono fondamentali per rendere produttiva l'inclusione. I dati e l'esperienza accumulati negli anni dimostrano che gli sforzi compiuti in questa direzione portano benefici tangibili, creando un ambiente più dinamico e maturo per affrontare le sfide del mercato globale. Alla fine, sono le persone che fanno le aziende, e non il contrario.

Formazione in ambito STEM, come possiamo valorizzare percorsi di studio e di carriera e coinvolgere sempre più donne in ruoli tradizionalmente considerati “maschili”?

La risposta a questa domanda è piuttosto semplice: dobbiamo superare l’errata convizione che una formazione STEM sia inevitabilmente connessa a ruoli aziendali strettamente associati al genere maschile.
Oggi, la tecnologia e il digitale che sono alla base delle discipline STEM, influenzano ogni settore industriale, spaziando dalla moda al design, dalla medicina alla ristorazione, dalla finanza al commercio e oltre. Esistono veramente settori verticali dominati esclusivamente dagli uomini?
Inoltre, nei settori in cui la presenza maschile è predominante, non è solo l'azienda a dover affrontare il problema della diversità di genere, ma anche le donne stesse devono spesso confrontarsi con l'adattamento all'ambiente lavorativo e con le sfide che esso comporta.

Per illustrare questo concetto, vorrei condividere un episodio personale. Mi sono laureata con il massimo dei voti in Ingegneria Elettronica nel 1995, molti anni fa. All'inizio della mia carriera, lavorando in un ambiente telecomunicazioni fortemente maschile, mi sono trovata a dover collegare un cavo a un chassis posizionato molto in alto. Un mio collega, alto quasi due metri, scherzando ma con un tono di sufficienza, mi disse: "Sei alta 1,58, come pensi di raggiungerlo? “Ah... le donne nei laboratori!". Ho risposto con un sorriso ironico, decidendo di cogliere l'aspetto scherzoso piuttosto che quello offensivo. Lui ha reagito positivamente, prendendo una sedia e offrendosi di aiutarmi.
Cosa sarebbe successo se mi fossi offesa? Avremmo mai collaborato? Avrebbe mai riconosciuto la mia competenza e preparazione STEM, come ha fatto in seguito? Quella battuta poteva compromettere una collaborazione e un'amicizia basata sul reciproco rispetto, che è durata e si è consolidata nel corso degli anni.
Al giorno d'oggi, i percorsi STEM sono tra i più promettenti per i futuri posti di lavoro, che spaziano in diversi settori ma richiedono l'abbandono dei pregiudizi e un approccio aperto, costruttivo e rispettoso verso gli altri, indipendentemente dal genere o da altre differenze. Le aziende possono svolgere un ruolo cruciale offrendo opportunità di stage, mostrando la varietà dei ruoli e garantendo un ambiente lavorativo inclusivo fino ai livelli dirigenziali. Ancora una volta, la chiave rimane l'apertura mentale in entrambe le direzioni.

Tag tematici: Gender Gap She SPS Italia

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