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Intervista a Chiara Mancarella, studentessa in Ingegneria dell'Automazione e dei Sistemi

30 settembre 2024
Intervista a Chiara Mancarella, studentessa in Ingegneria dell'Automazione e dei Sistemi

Chiara Mancarella, nata nel 2004 della provincia di Venezia, è una studentessa entusiasta e appassionata di nuove tecnologie. Frequenta il secondo anno di Ingegneria dell’Automazione e dei Sistemi all’Università di Padova, un percorso che aveva già deciso durante gli anni al Liceo Scientifico indirizzo Scienze Applicate.
Fin dai tempi del liceo, Chiara ha nutrito una forte passione per l'Informatica e per la tecnologia, campi che l'hanno affascinata e convinta che il suo futuro risieda nella progettazione e creazione di applicazioni volte a migliorare il benessere delle persone con disabilità. Questa determinazione l'ha portata a intraprendere un cammino accademico mirato, integrando studi e ricerca con l'obiettivo di sviluppare soluzioni innovative e accessibili.
Chiara è caratterizzata da una curiosità instancabile e una dedizione costante, che la spingono a esplorare continuamente nuovi orizzonti. Oltre ai suoi studi, dedica anche il suo percorso personale a questa ricerca, impegnandosi a stare vicino a persone con disabilità e comprenderne le esigenze. Il suo obiettivo è contribuire a rendere la vita quotidiana più accessibile e inclusiva per tutti, attraverso soluzioni tecnologiche che abbiano un impatto positivo sulla società.

Studentessa universitaria di ingegneria dell'automazione dei sistemi. Nella tua classe sono presenti 20 ragazze su 250 partecipanti totali. Quali sono i principali fattori che scoraggiano la partecipazione femminile in questo settore?

La bassa partecipazione femminile nei corsi di Ingegneria e in generale nei settori STEM è il risultato di una serie di fattori interconnessi.
Uno dei principali fattori è rappresentato dalle percezioni culturali tradizionali, strettamente legato ai condizionamenti sociali e familiari, per i quali si tende ad associare le professioni STEM a figure maschili.
Anche all’interno delle stesse scuole e università esistono bias inconsci da parte di insegnanti e compagni di classe che possono diffondere l'idea che le discipline STEM non siano adatte alle ragazze causando un senso di inadeguatezza e isolamento.
Inoltre, la mancanza di modelli di ruolo femminili visibili e di successo in questo campo riduce l'aspirazione delle ragazze a seguire percorsi simili che non vedono un punto di riferimento a cui rivolgersi in presenza di difficoltà.
Un altro fattore importante è la percezione delle opportunità di carriera. Le donne possono vedere il settore dell'ingegneria come un ambito con poche opportunità di crescita a causa delle barriere sistemiche e delle discriminazioni di genere. La percezione di salari inferiori e minori possibilità di avanzamento può ulteriormente scoraggiare l’ingresso delle donne nel campo.
Affrontare questi problemi richiede un approccio multidimensionale. È fondamentale che scuole, università, famiglie, aziende, società e le stesse ragazze collaborino per promuovere modelli di ruolo femminili, implementare programmi di mentoring, sensibilizzare sulle discriminazioni di genere e creare ambienti di studio e di lavoro più inclusivi. Solo così potremo vedere un aumento significativo della partecipazione femminile nei settori STEM.

Hai partecipato al Progetto NERD di IBM e Sapienza Università di Roma che ha coinvolto circa 50.000 studentesse in 12 anni, diffondendo la passione per l'informatica tra le ragazze dai 15 ai 19 anni. Cosa ti porti a casa da questa esperienza?

Partecipare al Progetto NERD è stata un’esperienza incredibilmente formativa e ispiratrice per me.
Il progetto mi ha aiutata a sviluppare una maggiore fiducia nelle mie capacità tecniche e di problem-solving mettendo alla prova le mie competenze in un ambiente supportivo e collaborativo.
Ho avuto la possibilità di incontrare altre ragazze con interessi simili ai miei e di costruire una rete di supporto e amicizia. Queste connessioni sono preziose non solo dal punto di vista personale, ma anche professionale, poiché creano una comunità di giovani donne pronte a supportarsi a vicenda lungo il percorso accademico e lavorativo.
Inoltre, l’instaurarsi di un rapporto con professioniste, come la Leader Nerd Floriana Ferrara, nel campo dell'Informatica è stato fondamentale perché ha dato l’opportunità a tutte noi di avere una prova tangibile che anche per le donne è possibile avere successo in un settore tradizionalmente dominato da uomini. Le loro storie mi hanno motivata ad essere ambiziosa e a coltivare e perseguire i miei sogni con determinazione, ispirandomi a diventare un punto di riferimento come loro.
Il progetto mi ha sensibilizzato sull'importanza della diversità e dell'inclusione nei campi STEM. Avere una maggior presenza femminile in questi settori non è solo una questione di equità, ma anche di arricchimento delle prospettive e delle soluzioni innovative che possiamo sviluppare.

La tua passione per le materie scientifiche e il mondo dell'automazione ha radice dall'azienda di tuo padre che ha come core business la costruzione di macchinari tramite l'utilizzo delle tecnologie. Che ruolo ha la genitorialità nella comprensione delle potenzialità dei percorsi STEM?

La genitorialità gioca un ruolo fondamentale nella formazione delle aspirazioni e delle percezioni delle ragazze riguardo alle discipline STEM. Fin da piccoli, i bambini sono influenzati dai messaggi che ricevono dai loro genitori e dall'ambiente familiare, ovvero quello che inizialmente frequentano di più. Molte famiglie portano avanti stereotipi di genere che influenzano le scelte educative dei loro figli. Ad esempio, possono incoraggiare i ragazzi a esplorare la tecnologia e le scienze, mentre indirizzano le ragazze verso discipline ritenute più "tradizionalmente femminili". Questo avviene anche attraverso i giocattoli, le attività extrascolastiche e le frasi degli stessi genitori rivolte ai figli.
I genitori giocano un ruolo chiave nell'offrire opportunità educative e di sviluppo ai loro figli. È fondamentale che i genitori riconoscano e sfidino attivamente gli stereotipi di genere. Non basta evitare frasi e comportamenti discriminatori; è necessario promuovere attivamente l'uguaglianza di opportunità. Ad esempio, far giocare le bambine con le costruzioni, incoraggiarle a partecipare a laboratori di robotica, oppure comprare loro un computer, può aprire nuove prospettive e interessi. Analogamente, lodare i ragazzi per le loro abilità in ambiti artistici o sociali può contribuire a un equilibrio nella percezione delle proprie capacità e interessi.
Affrontare questi aspetti richiede consapevolezza e cambiamento culturale all'interno delle famiglie. Educare i genitori sull'importanza di sostenere le aspirazioni delle loro figlie e fornire loro gli strumenti per farlo può contribuire significativamente a incrementare la partecipazione femminile nei settori STEM.

Tag tematici: Competenze/Professioni She SPS Italia

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