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Intervista a Lucia Arcarisi, CEO di Weabios SRL

18 novembre 2024
Intervista a Lucia Arcarisi, CEO di Weabios SRL

Assegnista presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e CEO di Weabios SRL, Startup innovativa e Spinoff dell’Università di Pisa. Dal 2020 è codocente di Biosensori presso l’Università di Pisa al corso di Laurea Triennale di Ingegneria Biomedica.
Ha conseguito la laurea triennale in Ingegneria Elettronica e il Magistrale in Ingegneria Biomedica. Si occupa della progettazione di dispositivi medici e soluzioni elettroniche indossabili per il monitoraggio e la riabilitazione. Si occupa di prototipazione rapida, progettazione 2D e 3D e programmazione Arduino.
Senior Ambassador del Contamination Lab dell’Università di Pisa, vinto nel 2018. Nel 2022 costituisce, insieme agli altri soci, Weabios, startup che realizza sensori tessili innovativi per sport, moda e medicale. La startup ha vinto diversi premi tra cui il Premio Innovazione Repower 2022 ed è risultata tra le 100 migliori startup del 2023 e le 30 migliori startup italiane del Premio Marzotto 2022, che le ha permesso l’accesso presso l’incubatore del polo tecnologico di Navacchio e accelerazione di CDP in WeSportUp.
È stata finalista per il Premio Donna Innovativa dell’Anno ITWIIN 2022 e Finalista Premio Gamma Donna 2024.

Lucia, sei alla guida di Weabios, una start up che produce dispositivi tessili in ambito bio-medicale. In che modo la stampa 3D e il taglio laser hanno contribuito alla nascita del vostro brevetto?

La nostra startup realizza sensori tessili innovativi per diversi contesti come anche sport, wellbeing aziendale. Sono sensori molto versatili e adattibili. La tecnologia ha permesso di testare dei processi innovativi rendendoli più velocemente adatti per la produzione industriale.

La tua vena imprenditoriale trova radici dal contesto familiare in cui sei cresciuta. Cosa vuol dire fare impresa al giorno d'oggi?

Sì, la mia famiglia ha un’impresa e questo mi ha sicuramente portato ad amare quel mondo. Oggi fare impresa è sicuramente cambiato, anche perché la velocità con cui la tecnologia cambia radicalmente il mondo è davvero impattante.
Credo che oggi le cose fondamentali siano due: innovazione, ovviamente, che si può fare in ogni settore e sostenibilità intesa come qualità lavorativa.

In che modo una start up di recente formazione genera impatto sulle persone? Che consiglio ti senti di dare ai giovani che vogliono scegliere la strada dell'imprenditoria?

È bellissimo quando tantissimi amici, conoscenti, mi dicono ti seguo, vedo quello che fai, o quando qualcuno mi dice “sai che ho sempre mal di schiena, quando me lo fai provare il tuo tappetino?”.
Da questo perciò dico che forse, la cosa più bella che può fare una startup nuova è dare una speranza. Speranza di una vita migliore, di fare qualcosa meglio, di sperare di velocizzare un processo, perché la startup nasce per risolvere sempre un problema.
Il consiglio che sento di dare è provarci. È un’esperienza bellissima, entusiasmante, che ti fa conoscere tante persone. Formarsi nel migliore dei modi e iniziare piano piano a fare ogni piccolo passo, perché poi magari si crea qualcosa di bello!

Tag tematici: Innovazione She SPS Italia

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