Laurea con lode in Scienze Politiche, master in comunicazione pubblica. Giornalista dal 2000, con esperienza in radio, carta stampata, testate on line. Quasi subito, al lavoro per le testate giornalistiche ha affiancato il lavoro da addetta stampa e responsabile comunicazione, in vari settori negli anni. Ha lavorato per dieci anni nella comunicazione politica e istituzionale, occupandosi anche dell’ufficio stampa di campagne elettorali. Ha lavorato per enti pubblici, istituzioni universitarie, fondazioni. Ha portato la sua esperienza nel settore cultura per poi arrivare ad essere responsabile comunicazione di una importare istituzione a Pisa che si occupa di arte e cultura, ricerca scientifica e tecnologica, filantopria e solidarietà. Sul versante giornalistico, ha collaborato con alcuni settimanali femminili come Tu Style, F, Donna Moderna, occupandosi di lavoro, attualità, storie al femminile. Negli ultimi anni scrive per testate online e per riviste specialistiche nel settore tecnologia. Nell’ultimo anno ha collaborato alla comunicazione del settore ‘Pet innovation’, per il Polo Tecnologico di Navacchio e curato l’ufficio stampa del Festival della Robotica di Pisa per le edizioni 2023 e 2024.
Susanna, sei una brillante giornalista che accumulando esperienza e professionalità si è fatta da sè. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi dell'essere una libera professionista donna al giorno d'oggi?
Il vantaggio in assoluto è la libertà di organizzare il tuo lavoro. Poi c’è la possibilità di dedicarti nella stessa giornata a più impegni diversi tra loro. Io ho sia collaborazioni con testate giornalistiche, sia collaborazioni come addetta stampa. Quindi la mia giornata può prevedere la riunione di staff per organizzare una conferenza stampa, poi un’intervista per un articolo che sto scrivendo, giusto per fare un esempio. Attività molto diverse per le quali magari al mattino mi occupo di cultura e al pomeriggio di Intelligenza Artificiale. E poi da libero professionista devi sempre trovare il tempo per ‘studiare’, andando oltre il tuo lavoro del momento, per guardare al futuro. Questo lo trovo positivo, una spinta al cambiamento. Lo svantaggio nella libera professione è legato al fatto di essere fuori dall’ufficio, per cui a volte ti possono mancare dei pezzi di informazione, importanti per portare avanti i tuoi compiti. Altra situazione critica è quando hai un dubbio, vorresti poterti confrontare con il collega vicino di scrivania ma non ce l’hai! Insomma, a volte può mancare il contatto umano positivo che si può avere sul posto di lavoro.
Il giornalismo, oltre ad essere un settore estremamente competitivo, è tra i principali protagonisti della rivoluzione tecnologica-digitale. Com'è possibile cavalcare l'onda dell'innovazione, pur rimanendo fedeli all'autenticità delle informazioni che spesso sui social media viene meno?
Il mondo del giornalismo è stato travolto dalla rivoluzione digitale e, per certi versi, ne risente ancora. Io credo che la direzione da seguire sia fatta dal confrontarsi con gli strumenti innovativi che abbiamo a disposizione, capirne i modelli e utilizzarli per un racconto che resti fedele alle regole giornalistiche, prima fra tutte ‘la verità sostanziale dei fatti’ e la deontologia. Ci sono anche dei buoni modelli da seguire, in Italia e all’estero, intendo dire testate giornalistiche tradizionali che sanno proporsi ai massimi livelli con gli strumenti del presente. E ci sono anche testate nate sui social che in modo innovativo fanno giornalismo. Non mancano anche tanti giornalisti molto validi, esperti in determinati settori, che utilizzano i social media con grande capacità di proporre e diffondere contenuti di qualità. Personalmente resto molto fedele anche alla carta stampata, per la quale ho lavorato tanti anni e continuo a scrivere tuttora.
Nonostante la sua inevitabile crisi la carta stampata rimane l'unica fonte di autorevolezza ed autenticità delle informazioni. Riportaci l'esempio di come hai apportato valore e contenuto tramite i canali tradizionali durante l'ultima edizione del Festival della Robotica.
Innanzitutto mi preme sottolineare il fatto che per curare l’ufficio stampa del Festival della Robotica di Pisa, sia per l’edizione 2023 che per la 2024, sono stata parte di un team composto da Francesco Ceccarelli e Francesca Franceschi, colleghi eccezionali che mi hanno coinvolta in questa bella avventura! La scelta che abbiamo fatto è stata di valorizzare le specificità del festival, con Pisa città e territorio d’eccellenza nel campo della robotica grazie all’Università di Pisa e al Centro E. Piaggio, alla Scuola Superiore Sant’Anna, e poi puntando sulle storie. Mi spiego meglio, da una parte abbiamo coinvolto i media e i giornalisti sui progetti più innovativi e utili, con applicazioni nei campi più diversi, realizzati appunto dai maggiori centri universitari di eccellenza a Pisa : robotica marina, insetti robot, gli umanoidi per l’interazione con i bambini e gli adulti per fare la diagnosi di alcune malattie, la mano robotica. Dall’altra parte, proprio la mano robotica progettata a Pisa ci ha dato modo di raccontare la bella storia di Maria Fossati, che è nata sprovvista di un avanbraccio e ‘portatrice’ della soft hand progettata a Pisa. Una testimonial eccezionale! Devo dire che i mezzi di informazione ‘tradizionali’ ci hanno seguito con grande passione, dando spazio sia al racconto della tecnologia, sia dando voce alle storie. Entrambi i versanti sono fondamentali per valorizzare un festival che ha prioritariamente un obiettivo divulgativo. Questa è proprio la mission che si è data la Fondazione Tech Care, che organizza il festival : far conoscere al pubblico più ampio possibile le tecnologie robotiche, presenti nel nostro quotidiano, che ci aiutano in molteplici campi.
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