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Intervista ad Anna Gervasoni, Rettore LIUC-Università Cattaneo

18 dicembre 2024
Intervista ad Anna Gervasoni, Rettore LIUC-Università Cattaneo

Anna Gervasoni, Rettore LIUC- Università Cattaneo dal primo novembre è Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese. Dal 1997 è Direttrice Generale di AIFI, l’associazione che raduna i fondi di private equity, venture capital, private debt. Inizia il suo percorso accademico all’Università Bocconi e si dedica fin da subito a due temi fondamentali: l’innovazione e la finanza d’impresa. È stata presidente di HIT-Fondazione per il trasferimento tecnologico dell'Università di Trento e del Sistema trentino della ricerca e ha al suo attivo numerose esperienze di consigliere d’amministrazione in società quotate e non. Attualmente è Consigliere indipendente di Banca Mediolanum, SOL Group e Lu-Ve Group. Approda alla LIUC dalla sua fondazione, collaborando allo start up dell’Università, sposando fin dall’inizio il progetto di realizzare un Ateneo vicino al mondo delle imprese, legato al territorio, ma con forti ambizioni internazionali. Negli anni recenti, in qualità di delegata del Rettore all’Internazionalizzazione e Prorettore, si dedica al consolidamento di questa linea strategica. Grazie ad accordi con diversi Atenei internazionali,  gli studenti della LIUC oggi possono accedere a 12 doppi titoli, a 140 università per scambi in tutto il mondo, oltre che a tirocini internazionali e alla possibilità di realizzare i propri studi di Economia e Ingegneria in lingua inglese. Dottore commercialista e revisore legale è stata nominata dal Presidente Ciampi Ufficiale della Repubblica Italiana.

In un mondo dai confini sempre più ampi e dominato da dati e connessioni, il capitale umano resta l’elemento discriminante del successo organizzativo. Come può un’azienda attrarre e trattenere i migliori talenti?

In un contesto di grandi trasformazioni e di trasformazioni tecnologiche il capitale umano è al centro delle imprese e della vita economica. Nessuna tecnologia può essere implementata in processi produttivi senza che ci sia il fondamentale supporto di chi progetta-applica-rinnova la tecnologia stessa. La grande sfida è attrarre talenti in grado di affrontare e gestire queste trasformazioni e soprattutto trattenerli. I sistemi di remunerazione e di motivazione sono centrali in un contesto in cui rigenerazioni nuove hanno cambiato approccio rispetto all’equilibrio tra vita privata e vita lavorativa. Ci vogliono quindi delle vere e proprie politiche delle risorse umane. La formazione continua ha un ruolo fondamentale. Non si può pensare di chiudere i rubinetti dell’apprendimento bisogna gestire, con modalità tecnologiche e innovative, i processi di apprendimento e formazione continua. In questo l’interazione con il sistema universitario delle business School è fondamentale.

La sfida più complicata ma necessaria in questo contesto economico è ripensare il modello di leadership, quali sono secondo lei i nuovi schemi di valutazione e i sistemi premianti che incidono sulla motivazione dei manager?

La leadership nelle nuove organizzazioni e delle organizzazioni trasformazione è qualcosa che va costruito e via via riadattato. Non esistono schemi univoci proprio perché le realtà sono molto differenti e probabilmente non esiste una leadership valida per tutte le stagioni.

Il contesto è cambiato profondamente: è necessario mettere al centro del dibattito impegno, merito e inclusione. Come si riflettono queste sfide nell’organizzazione Universitaria e in tutta la filiera formativa?

Le università sono e devono restare sulla frontiera della conoscenza e della formazione. Hanno un ruolo fondamentale nel creare giovani generazioni di manager ma anche di aiutare i manager a migliorare le proprie competenze attraverso le business School che sempre più promuovono programmi personalizzati e customizzati. Questo implica un profondo cambiamento di modello del sistema accademico che a sua volta deve puntare sulla valorizzazione delle competenze e delle risorse umane; modello che ha al suo interno oltreché anticipare ed intercettare quei cambiamenti e quelle novità che devono costituire i progetti formativi. Ma non dimentichiamoci che la formazione di base resta quel mattone fondamentale su cui costruire i profili professionali del futuro e soprattutto il fatto che l’università non si devono limitare a trasmettere competenze tecniche ancorché alte ma a formare delle persone. Questo è il compito più difficile ma anche più affascinante .

Tag tematici: Formazione She SPS Italia

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