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Intervista a Paola Generali, Presidente di Assintel

14 marzo 2025
Intervista a Paola Generali, Presidente di Assintel

Laureata in Scienze Bancarie Finanziarie ed Assicurative all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, inizia a lavorare per una rinomata società di Cybersecurity occupandosi di Compliance e Cybersecurity. Diviene Security Area Manager in un’altra importante società di consulenza. A 27 anni fonda Getsolution, società di consulenza specializzata nell’ambito della “Compliance, Cybersecurity e Governance”. È Presidente di Assintel (Associazione Nazionale delle Imprese ICT di Confcommercio), Presidente di EDI.IT (Digital Innovation Hub di Confcommercio), Membro di Giunta e Consigliere di Unione Confcommercio Milano, Monza Brianza e Lodi, Consigliere Nazionale di Confcommercio Imprese per l’Italia, Membro del Board Innovazione tecnologica e trasformazione digitale del Comune di Milano, Consigliere di Amministrazione di Fineco Bank, Consigliere di Amministrazione di Tinexta, Presidente di Open T, Consigliere di Amministrazione del Centro Studi Tagliacarne.

Si parla molto intelligenza artificiale per l’inclusione sociale: quali sono gli step necessari per accelerare il paradigma culturale?

L’AI è di sé per un’importante fattore abilitante per l’inclusione sociale, pensiamo per esempio al fatto che in alcuni Comuni di Città Metropolitane hanno messo dei totem come anche call center utilizzando l’AI che parla in tutte le lingue del mondo, tale per cui vengono abbattute la barriere linguistiche per i cittadini stranieri che hanno bisogno di informazioni. Oppure abbiamo i robot con AI che vengono sperimentati per fare compagnia alle persone anziane facendole interagire con lei e tra di loro, oppure robot che interagiscono con persone diversamente abili ecc. Le sperimentazioni sono molte e stanno dando ottimi risultati, però il paradigma culturale rappresenta il vero ostacolo all’utilizzo di questa tecnologia. Quando si tratta di gestire una questione culturale purtroppo ci vuole del tempo, che i Paesi del Mondo devono cercare di ridurre al minimo per colmare questo gap culturale , e lo si può fare solamente mostrando alla popolazione quelle che sono le diverse applicazioni di questa tecnologia, utili non solo all’inclusione sociale ma anche all’aiuto e quindi al supporto delle persone più fragili e deboli.

Come si può fare a mostrare alla popolazione le applicazioni dell’AI e l’enorme potenziale che ha a livello sociale: per i bambini si deve partire dalle elementari a seguire tutto gli altri livelli scolastici. Per gli adulti , anziani, persone diversamente abili, stranieri, persone in situazioni di difficoltà socio economica creare dei momenti/eventi dimostrativi ed educativi personalizzati per questi cluster di persone così che si possa dimostrare loro dei case study reali nelle quali l’AI potrebbe supportarli nella vita di tutti i giorni, risolvendo loro diverse situazioni di difficoltà o di disagio.

Che contributo può dare il digitale a livello sociale e di governance?

Il contributo del digitale è di grandissima rilevanza, le potenzialità delle tecnologiche si definiscono “quasi illimitate”, e la società di questo dovrebbe goderne ampiamente. Il primo obiettivo che dovrebbe porsi chi fa tecnologia è: come posso aiutare la società nel migliorarsi, nell’essere più equa, più inclusiva, più “serena” meno “incerta”, come diceva il Dott. Max Goodwin nella seria New Amsterdam: “come posso aiutare?”. Solo così la tecnologia potrà essere a servizio della società e non viceversa.

Quanto sei stata visionaria nel tuo percorso?

Non mi ritengo una visionaria, mi ritengo una donna che ha saputo costruirsi la sua vita e la sua carriera, analizzando e progettando tutto con molta meticolosità avendo una chiara visione di ciò che volevo fare e degli ambiziosi obiettivi che volevo raggiungere. Non mi sono mai fatta fermare dalle difficoltà le ho sempre prese “di petto e gestite”, certo non è semplice ma sono molto tenace, “non mollo mai” sino a quando non arrivo all’obiettivo qualsiasi esso sia. Certamente durante il mio percorso di vita e professionale hanno avuto un ruolo chiave alcune persone che ho incontrato, sono altrettanto certa che queste persone le ho conosciute perché ho scelto un certo percorso e perché sono curiosa ed ho sempre necessità di imparare cose nuove.
Nel mondo i visionari sono pochissimi, come anche i geni e gli inventori, sono di più quelli che sono appassionati e si dedicano con umiltà e tanto impegno e responsabilità al proprio lavoro.

C'è una lezione che ha guidato la tua carriera?

Le lezioni fondamentali che hanno guidato la mia carriera sono innanzi tutto quelle che i miei genitori mi hanno impartito: sacrificio, umiltà, responsabilità, dedizione, tenacia e rispetto per gli altri. Tutte queste lezioni sono state e sono tutt’ora la mia guida che valgono sia nella vita privata che in quella professionale. Un’altra lezione fondamentale che tengo molto a comunicare alle ragazze e donne, che mi guida sempre nella mia carriera è che le mie ambizioni, i traguardi che mi pongo a volte molto molto sfidanti non ho mai permesso che fossero messi in discussione da nessuno e dico nessuno, perché credo profondamente in me stessa e mi metto sempre in discussione, so che posso sempre fare meglio e devo “sempre” imparare dai miei errori. Quello che le donne e le ragazze devono impedire è che i propri obiettivi di carriera siano messi in discussione da persone che danno come giustificazione che non sono allo loro portata e non li raggiungeranno mai. Se avete un ragazzo, un compagno, una compagna, una ragazza , un marito o una moglie che spengono il vostro fuoco dell’ambizione e del realizzarvi “lasciateli subito” non ne vale mai la pena.
Una donna realizzata e felice rende la nostra società migliore sia dal punto di vista economico che sociale ed è un valore prezioso per la nostra società.

Tag tematici: She SPS Italia Digitalizzazione

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