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Intervista a Giorgia Farella, vicepresidente AssoESCo

28 maggio 2025
Intervista a Giorgia Farella, vicepresidente AssoESCo

Ingegnere energetico, Executive MBA, imprenditrice.
In passato ha progettato soluzioni innovative per le ESCo, gestito il mercato italiano come Key Account, coordinato l’R&D di soluzioni di AI applicata all’energia (dando alla luce 5 brevetti) ed elaborato strategie aziendali e gestito P&L.
Nel 2021 Giorgia ha fondato Joynergy, holding personale, con cui partecipa a più di 10 iniziative imprenditoriali in vari settori (sostenibilità ambientale, piattaforme, intelligenza artificiale, real estate, hôtellerie, software, consulenza strategica e divulgazione).
Oltreché imprenditrice, Giorgia è Vicepresidente di AssoESCo, autrice sui temi green per la casa editrice SEAC e mentor di studentesse STEM per vari istituti universitari, nonché presidente e founder del club Alumni “energy transition” del Politecnico di Milano.

Quali sono le difficoltà che incontra una donna che vuole intraprendere una carriera nel settore della transizione energetica? Esiste uno sbilanciamento di genere?

Sbilanciamento ce n’è, nella forma e nella sostanza, ma quelle che io ho vissuto sono tutte difficoltà gestibili e superabili: bisogna solo armarsi di pazienza e forza d’animo, perché se alcune situazioni sono “quasi comiche” altre ci mettono a dura prova.
Iniziamo da cose banali. All’inizio della mia carriera lavorativa soffrivo anche i momenti in cui incontravo clienti o fornitori insieme a un collega uomo e venivamo salutati come “ingegnere” (lui) e “signora” (io). Per carità, non viene mai detto con cattiveria. Semplicemente, la gente non è abituata a trovarsi di fronte un ingegnere donna. Penso sia questo che talvolta porta la controparte a prenderci sottogamba, anche se è sufficiente mostrare le proprie competenze perché tutto torni “al suo posto” o (addirittura) abbia un effetto opposto, ovvero porti a una credibilità superiore rispetto ai nostri colleghi. È però triste dover “dimostrare qualcosa”, visto che per gli uomini non è necessario.
D’altro canto, le donne del mio settore - probabilmente per compensazione - fanno molto squadra tra loro. E mi riferisco sia alle dipendenti che alle imprenditrici STEM (quest’ultime ancora più rare!).

Quali sono le azioni necessarie per promuovere la leadership al femminile e formare le nuove generazioni a ruoli dirigenziali?

Situazioni come quelle che ho citato prima mi hanno inizialmente ferita o infastidita. Ho dovuto imparare a gestirle, operativamente e (soprattutto) emotivamente. Per questo motivo, ora che inizio ad avere una certa seniority collaboro con diversi istituti universitari in qualità di mentor per ragazze STEM. Per quanto, infatti, inizino a essere di più, spesso queste ragazze andranno a lavorare in settori prettamente maschili e io voglio aiutarle a gestire da subito in serenità quelle situazioni su cui io ho dovuto sbattere la testa.
Riguardo a leadership e ruoli dirigenziali, penso invece che sia fondamentale formarsi. Non solo sui “tecnicismi”, ma anche su hard e soft skills richieste (e necessarie) per ricoprire quei ruoli. Può quindi essere utile fare un MBA a inizio carriera, o un executive MBA a 10-15 anni di seniority, ed è fondamentale non smettere mai di studiare e aggiornarsi.
Non è giusto né equo “puntare” sulle quote rosa per ruoli di top management: se cresciamo, dev’essere perché siamo la persona più idonea per ricoprire un ruolo di leader.

Per crescere nel settore dell’energia occorrono nuove professionalità e competenze, ma trovare giovani disposti a lavorare in questo settore è complesso. Che consiglio daresti ai giovani per avvicinarli a questo comparto?

La mia attività prevalente, prima come manager e ora come imprenditrice, è nell’ambito della sostenibilità ambientale. A riguardo, la mia visione e il mio stato d’animo sono quelli tipici delle nuove generazioni: per me lavorare quotidianamente per rendere le imprese più sostenibili è un piacere e un dovere (etico!). Questo ambiente è ricco di opportunità, di sfide, di innovazioni. Soprattutto in determinati settori e aziende si fa ogni giorno qualcosa di diverso, s’imparano quotidianamente cose nuove e c’è tantissimo spazio per innovare, sotto tutti i punti di vista. Nella mia carriera ho gestito team “super tecnici” di ingegneri e dato alla luce vari brevetti (nel mio caso, in buona parte legati all’intelligenza artificiale applicata all’efficienza energetica), ma anche ragionato su modelli di business innovativi e gestito aspetti economici, finanziari, legali, organizzativi del business. È impossibile annoiarsi e – se lo si fa perché ci si crede davvero – raramente si vede il lavoro come un peso: io mi diverto un mondo!
Giovani, è sufficiente per avvicinarvi al mio settore?

Tag tematici: Energia She SPS Italia

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