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Intervista a Malvina Korra, Quality Engineer di Walter Tosto Spa

13 giugno 2025
Intervista a Malvina Korra, Quality Engineer di Walter Tosto Spa

È un ingegnere chimico di processo con una solida formazione accademica e un’esperienza professionale diversificata che l’ha portata a confrontarsi con sfide e opportunità uniche. Ha conseguito la Laurea Triennale presso l’Università degli Studi dell’Aquila e successivamente la Laurea Magistrale in Ingegneria Chimica e dei Processi Sostenibili al Politecnico di Torino.

Il suo percorso professionale si è sempre orientato verso l’innovazione. Durante i suoi studi, ha approfondito tematiche all’avanguardia, come l’ossidazione del particolato nei motori Diesel tramite catalizzatori avanzati a base di Cerio e l’utilizzo della CO2 in condizioni supercritiche per la produzione industriale di caseine e sieroproteine, dimostrando come soluzioni innovative possano contribuire a un futuro più sostenibile.

Dopo la laurea ha trascorso tre anni a Singapore, dove ha avuto l’opportunità di confrontarsi con la dinamica e multietnica società asiatica. Questo periodo è stato fondamentale per il suo sviluppo professionale e personale: ha partecipato a progetti diversificati, in un ambiente internazionale, mettendo alla prova le sue competenze tecniche e relazionali. È stato proprio qui che è cresciuta la sua passione per il settore energetico, in particolare per l’Oil&Gas, un ambito che l’ha sempre affascinata per la sua complessità ingegneristica e la stretta connessione con la geopolitica globale.

Tuttavia, la sua carriera ha progressivamente seguito un’evoluzione verso settori ancora più legati al futuro dell’energia e alle sfide globali della sostenibilità. Oggi lavora nella divisione Nucleare della Walter Tosto Spa. Fa parte del team Qualità, dove garantiscono che ogni fase del processo produttivo rispetti i più alti standard di costruzione e sicurezza. Questo ruolo le permette di contribuire direttamente a progetti che mirano a rivoluzionare il panorama energetico, come la fusione nucleare, una tecnologia considerata la chiave per un futuro energetico pulito e illimitato.

Arrivi in Italia a 9 anni, studi Ingegneria a Torino mantenendoti da sola e – dopo un'esperienza in Asia – torni in Italia dove affronti nuove sfide professionali e personali. Attualmente impegnata nella divisione nucleare del metal-meccanico presso l'azienda Walter Tosto Spa in Abruzzo, sei consapevole della tua forza e di quanto sia un esempio vincente per le giovani ragazze che fanno fatica a visualizzare determinate opportunità?

Arrivata in Italia a 9 anni, ho subito capito che gli ostacoli da superare sarebbero stati tanti e che avrei dovuto affrontare molti cambiamenti.
Studiare ingegneria, prima a L’Aquila poi a Torino, è stato un percorso impegnativo ma essenziale per costruire le basi del mio futuro professionale. Successivamente, l’esperienza in Asia ha ampliato la mia visione del mondo. Ho avuto l’opportunità di confrontarmi con un contesto internazionale e ciò mi ha resa una persona di mentalità aperta ed ecclettica.
La vita mi ha insegnato che ogni grande cambiamento comporta nuove sfide e a volte momenti di forte crisi, che possono trasformarsi in straordinarie opportunità se si affrontano con un atteggiamento attivo e determinato.
Oggi, lavoro nella divisione nucleare della Walter Tosto Spa, un'azienda leader a livello internazionale nel settore metalmeccanico, specializzata nella produzione di apparecchiature critiche per l'industria dell'energia e della chimica. Walter Tosto, negli ultimi dieci anni si è fortemente affermata nel settore nucleare, partecipando a progetti di risonanza globale come il progetto ITER. Quest'ultimo punta a sviluppare un'energia sicura e praticamente illimitata attraverso la fusione nucleare. Walter Tosto partecipa nella realizzazione di componenti fondamentali per questo progetto, come le sezioni del Vacuum Vessel, la struttura principale in cui avverrà la fusione e dove il plasma raggiungerà la temperatura di 150 milioni °C. Questa evoluzione dell’azienda ha rappresentato non solo una sfida tecnica, ma anche una grande opportunità di partecipare in maniera attiva al futuro dell'energia mondiale. Uno dei primi passi per operare nel settore nucleare è stato quello di sviluppare all’interno dell’azienda una cultura di sicurezza nucleare.
Infatti, sicurezza, precisione e qualità sono requisiti fondamentali nell’ambito nucleare. Io, insieme ai miei colleghi del dipartimento Qualità ci occupiamo di garantire che ogni fase del processo produttivo rispetti gli standard più elevati, monitorando e verificando la conformità dei prodotti, dalla progettazione alla consegna. Questo richiede costante attenzione e impegno, ma la soddisfazione di contribuire a un settore così delicato e complesso è ineguagliabile. L’opportunità di partecipare a progetti che cambieranno il futuro dell'energia mondiale, è unica.
La forza, per me, non è una qualità innata, ma si costruisce ponendosi di fronte alle sfide con un atteggiamento costruttivo e attivo. Ogni difficoltà che ho incontrato mi ha resa più consapevole delle mie capacità e mi ha fatto capire quanto sia importante progettare con cura il proprio percorso professionale. È importante saper visualizzare un obiettivo in modo chiaro così da poter affrontare le sfide con consapevolezza e determinazione. Solo così si riescono ad identificare le priorità, sfruttare le opportunità, e valutare i risultati lungo il cammino, rendendo il percorso più concreto e gestibile.
Alle giovani donne vorrei trasmettere questo messaggio: credete sempre in voi stesse, non ponetevi dei limiti, le opportunità esistono, basta avere il coraggio di coglierle.
Le difficoltà possono spaventare, ma se affrontate con una visione positiva e con l'idea di costruire il proprio futuro, diventano trampolini di lancio verso nuove opportunità. Gli ostacoli fanno parte del percorso, ma con passione, sacrificio, determinazione e una visione chiara, è possibile superarli e realizzare i propri obiettivi professionali, anche in settori tradizionalmente maschili come il metalmeccanico.

Sei stata la prima donna italo-albanese nella sala di controllo di TAP: un gasdotto lungo 878 km che trasporta gas naturale proveniente dall’Azerbaijan e che, attraversando Grecia, Albania e seguendo un tratto offshore, arriva fino a Melendugno in provincia di Lecce. Cosa significa per una giovane donna affrontare questa sfida?

Essere la prima donna italo-albanese a lavorare nella sala di controllo di TAP (Trans Adriatic Pipeline) è stata un'esperienza straordinaria sia sul piano professionale che personale. Il mio ruolo, come ingegnere di processo presso il Terminale di Ricezione di Melendugno (LC), prevedeva il monitoraggio continuo dei volumi di gas in transito lungo i 878 km del gasdotto (offshore e onshore) e la gestione delle principali stazioni operative (stazioni di compressione, nella stazione di misura fiscale e nelle valvole di intercettazione).
Dovevo garantire che tutti i parametri di processo fossero all'interno dei range operativi. Ero responsabile nel garantire il rispetto di tutti gli impegni commerciali nei tempi e nelle specifiche concordate con i clienti. La sicurezza dell'intera infrastruttura era un aspetto cruciale e si lavorava su turni 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per assicurarla. Mi interfacciavo giornalmente con gli ingegneri di campo e le squadre di intervento della Grecia, dell’Albania e dell’Italia. Comunicavo con gli altri TSO europei ed ero, inoltre, un membro chiave del gruppo operativo di emergenza.
TAP è arrivato in un momento particolare della mia vita, segnato dal mio rientro in Italia ed è coinciso con un periodo storico delicato, la guerra in Ucraina. La crisi energetica ha portato l’attenzione sull’importanza della diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas naturale in Europa. TAP ha avuto un ruolo centrale come operatore di sistema di trasporto (TSO), contribuendo a colmare parte del gap causato dal mancato gas proveniente dalla Russia.
La mia scelta di lavorare in TAP è stata impegnativa e ha comportato notevoli sacrifici personali. Ero diventata da poco mamma per la seconda volta e mi sono trasferita a Lecce senza la mia famiglia. Una decisione difficile a livello personale ma gratificante dal punto di vista professionale. È stato un ruolo che ho desiderato tanto e svolto con molta passione.
Nonostante la distanza dalla mia famiglia e le difficoltà quotidiane, sono riuscita a trovare un equilibrio tra vita personale e professionale, grazie alla mia tenacia e al supporto di mio marito.
Essere la prima donna in un team interamente maschile, paradossalmente, è stata una sorpresa più per me che per i miei colleghi. Spesso, siamo noi stesse a porci dei limiti. TAP mi ha dimostrato che con la determinazione è possibile superare le barriere, specialmente in settori tradizionalmente maschili. Ritengo che la collaborazione tra uomini e donne nei gruppi di lavoro offra vantaggi concreti. La diversità di pensiero e di esperienze arricchisce i team, rendendoli più flessibili e capaci di adattarsi ai cambiamenti del mercato e alle sfide emergenti. I gruppi misti, infatti, tendono a prendere decisioni più ponderate e creative, grazie alla varietà di prospettive e approcci, stimolando innovazione, problem solving e dinamismo. Questo si traduce in performance migliorate e maggiore produttività.
Dal mio punto di vista, lavorare in un contesto così eterogeneo mi ha insegnato il valore della fiducia reciproca e del rispetto per le diverse competenze e talenti che ogni individuo porta con sé.

Perché è importante lavorare sulle soft skills? In che modo possiamo valorizzare le nostre unicità?

Le soft skills stanno acquisendo nel tempo sempre più importanza nel mondo del lavoro moderno, soprattutto in contesti complessi e internazionali come quello in cui opero. Se le competenze tecniche, o hard skills, sono importanti per svolgere compiti specifici, le soft skills – come la comunicazione, il lavoro di squadra, la leadership e la gestione del tempo – sono quelle che permettono di distinguersi e di ottenere risultati migliori in un ambiente collaborativo.
Nel mio percorso professionale, ho sperimentato l’importanza di queste competenze lavorando in team misti e multiculturali. In un team diversificato, la capacità di comunicare efficacemente e risolvere problemi in modo collaborativo è stata essenziale per superare sfide complesse. Le soft skills hanno contribuito a migliorare il dialogo tra i colleghi, a ridurre i conflitti e a valorizzare le differenze di approccio tra uomini e donne, generando soluzioni più innovative e inclusive.
Grazie alla mia esperienza lavorativa in TAP ho imparato una lezione fondamentale: l’importanza di valorizzare la propria unicità. Nel mio caso la mia lingua madre l’Albanese che unità ad altre mie competenze mi ha portato a raggiungere obiettivi importanti sia a livello professionale sia personale.
Il primo passo per valorizzare la nostra unicità è saper riconoscere, coltivare e successivamente mettere a frutto quelle caratteristiche che ci distinguono. Le nostre differenze non solo sono un valore, ma rappresentano anche un vantaggio competitivo, a patto di saperle integrare nel nostro approccio al lavoro e alla vita.
Coltivare ciò che ci rende unici non solo ci permette di essere autentici, ma ci guida anche verso ciò che ci appaga e ci porta a costruire un percorso professionale e personale che ci regala grandi soddisfazioni.

Tag tematici: Innovazione She SPS Italia

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