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Black Mirror diventa realtà con Boston Dynamics

20 febbraio 2018

Cani robot che fanno squadra, il video degli SpotMini Boston Dynamics sembra dar vita alla puntata di Black Mirror.

Sulle sue quattro zampe avanza deciso finché si trova davanti una porta chiusa. Si ferma, si volta e manda un segnale che, tradotto in lingua umana, suonerebbe così: "Collega, mi dai una mano?". Il collega arriva. Anche lui ha quattro zampe, ma ha anche un braccio che gli spunta dalla schiena e che usa per afferrare la maniglia e aprire la porta.

Con le zampe, a questo punto, sostiene il peso del pesante battente a molla e si sposta per far strada al compagno, che può entrare nella stanza seguito a ruota al collega "scassinatore".

Sembra una puntata di Balck Mirror, invece è tutto vero. Questa scena, che ha lasciato sbigottiti i tecnologi di tutti il mondo e ha per protagonisti due SpotMini, i nuovi robot quadrupedi sviluppati da Boston Dynamics, azienda che fino allo scorso anno era proprietà di Google, poi rivenduta a un fondo giapponese. Un'azienda che affonda le sue radici nella ricerca militare, ma che con le sue ultime creature, come SpotMini, strizza l'occhio anche al mondo civile.

Il video: SpotMini Boston Dynamics

Black Mirror diventa realtà

"Metalhead" è questo il titolo dell'episodio della quarta stagione di Black Mirror ispirato agli SpotMini. La serie britannica, prodotta da Charlie Brooker, interamente ambientata nel futuro ma incentrata sui problemi di attualità e sulle sfide poste dall'introduzione di nuove tecnologie.

Nell’episodio, il primo girato in bianco e nero dal regista David Slade, è rappresentato un futuro post-apocalittico in cui cani robot cacciano i sopravvissuti umani. Il cane robot protagonista è pieno di trucchi letali, che vanno dal funzionamento di un'automobile alla auto ricarica dal sole, e ricorda in tutto e per tutto i robot Boston Dynamics.

Il video: Metalhead, Balck Mirror

Nuovi linguaggi

“Il progresso tecnologico di queste macchine ci lascia tutti sbalorditi”, commenta Andrea Zanchettin del dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, che ha all’attivo diversi progetti di ricerca sulla robotica collaborativa, e co-fondatore di Smart Robots.

A stupire non sono tanto le abilità manuali di questi robot, quanto la loro capacità di collaborare in maniera del tutto autonoma tra loro, la capacità di lavorare in gruppo per sfruttare le rispettive skills per risolvere un problema.

"Il fatto che macchine possano comunicare tra loro ed essere coscienti dei propri limiti conferma la necessità di utilizzare competenze complementari per risolvere un problema difficile. La domanda che dobbiamo farci è: saremo noi a dover imparare il loro linguaggio per essere chiamati in causa o saranno loro a imparare il nostro perché avranno ancora bisogno del nostro aiuto?”, conclude Zanchettin.

Il dibattito sulla robotica, ma soprattutto sull'intelligenza artificiale che ormai inizia a trovare spazio in applicazioni finora inimmaginabili, sarà al centro della prossima SPS IPC Drives Italia, fiera di riferimento per l'automazione e il digitale per l’industria, dal 22 al 24 maggio a Parma.

www.spsitalia.it