Alessia Pasotto, laureata in Scienze Economiche con specialistica in Economia dell’Ambiente e dello Sviluppo. BIP Agritech Consultant nel settore Innovation & Sustainability, ex Sales & Account Manager di Neurality, startup che si occupa di software di IA per l’automazione del controllo qualità nelle filiere agrifood, manufacturing e tessile. È una giornalista pubblicista e ha collaborato con Canale10 per alcune pubblicazioni in ambito tech, sostenibilità ed economia. Un anno fa ha iniziato un percorso di specializzazione dell’European Institute for Innovation and Sustainability in Management of Sustainable Food Systems.
Quali competenze ritieni fondamentali per una professionista che voglia entrare nel settore dell’intelligenza artificiale applicata all’industria manifatturiera?
Credo che la prima competenza indispensabile sia la capacità di aggiornarsi costantemente. Ogni giorno mi rendo conto di quanto il settore dell’AI e dei processi digitali evolva rapidamente: restare al passo è fondamentale.
Un altro aspetto cruciale è la passione: fa davvero la differenza, sia che si lavori nell’ambito più tecnico e della programmazione, sia in ruoli trasversali come sales o marketing.
Nel mio caso, l’interesse per l’innovazione è nato durante l’università, studiando Economia dell’Ambiente e dello Sviluppo, con un focus sull’agrifood. È stato lì che ho scoperto il mondo dell’agricoltura digitale, un ambito che mi ha subito affascinata. Da allora non ho mai smesso di scoprire quanto l’innovazione tecnologica possa aiutarci a traghettare nel futuro anche valori profondi del passato.
Puoi raccontarci un caso d’uso concreto di innovazione nell’Agritech?
Uno dei casi che più amo raccontare riguarda il pomodoro, perché il settore Agritech è una mia grande passione.
Analizzare della materia prima, classificare i fornitori più virtuosi in base alla qualità dei lotti consegnati:
il settore food, con la sua complessità, è stato spesso trascurato dalla computer vision tradizionale eppure sono aree chiave dove la velocità e la precisione dei propri algoritmi possano fare davvero la differenza.
Come vedi l’evoluzione del ruolo delle donne nelle startup tecnologiche italiane nei prossimi cinque anni?
Sono convinta che le donne abbiano una naturale curiosità e uno spirito di osservazione straordinario, caratteristiche fondamentali per avvicinarsi all’innovazione e alla tecnologia.
Oggi sento sempre più spesso storie di figlie, sorelle, nipoti che studiano informatica, ingegneria, biotecnologie… È un segnale incoraggiante.
Credo che le aziende che daranno spazio a persone con background, abilità ed esigenze diverse (indipendentemente dal genere) avranno un vantaggio competitivo nel proporre soluzioni più inclusive, intelligenti e sostenibili.
Tecnologia e innovazione, dopotutto, sono alla base di qualsiasi processo di sostenibilità, sia ambientale che sociale.
Tag tematici: Digitalizzazione She SPS Italia
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