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Intervista a Elisabetta Pieragostini, Amministratrice Delegata della Dami srl

1 marzo 2024
Intervista a Elisabetta Pieragostini, Amministratrice Delegata della Dami srl

Imprenditrice marchigiana, mamma di due figlie adolescenti, blogger e scrittrice. Laureata in Scienze della Comunicazione, attualmente amministratrice delegata dell’azienda di famiglia, Dami srl, che produce fondi per calzature e opera nel settore moda.
Imprenditrice umano-centrica capace di unire letteratura e industria contemporanea. La scrittura recepisce le fitte interdipendenze tra gli esseri umani e le loro responsabilità. Cresciuta in un ambiente di lavoro fortemente maschile – e anche maschilista a tratti - nel suolificio di famiglia, nel più vasto e importante distretto calzaturiero italiano, ha subito sulla sua pelle la disparità di trattamento legata al genere. Proprio per questo, quando diventa CEO di DAMI, adotta una leadership orientata all’inclusione, alla socialità, alla cooperazione e all’empatia. Consapevole che tutti, nessuno escluso, debbano poter concorrere a perseguire due finalità dalle quali discende, in ultima istanza, un’esistenza comune e individuale accettabile: la salute del Pianeta e il rispetto dei sentimenti e della natura delle persone. Le imprese non fanno eccezione. Possono contribuire a scrivere la storia di quest’epoca dotandola di senso, non solo immaginando il futuro ma contribuendo attivamente a costruirlo con uno sviluppo al servizio degli individui sul fronte della transizione ecologica, della responsabilità sociale e dell’etica. Immaginando, così, la favola migliore che possiamo attenderci: vedere il presente in profondità e abbozzare, per sottrazioni e aggiunte, l'affresco di verità che esso custodisce. Nella finzione letteraria come nella vita quotidiana.
Nell’azienda ha intrapreso un percorso di sostenibilità ottenendo le seguenti certificazioni: ISO9001 (qualità), ISO 14001 (ambiente), ISO 45001 (salute e sicurezza), ISO 56002 (innovazione), ZDHC, GRS, ISO 14064 (Carbon Footprint), PDR 125 (parità di genere), per la quale sta combattendo e sensibilizzando internamente ed esternamente. A tal proposito ha realizzato convegni, ha partecipato ad eventi sulle tematiche di genere, discriminazioni e violenze contro le donne. Sta aiutando le imprese a certificarsi, va nelle scuole a parlare di imprenditoria femminile e della forza delle donne, ripartendo dal cambiamento culturale e dall’educazione.
Presidente Confindustria accessoristi del fermano porta avanti progetti di formazione, di parità di genere, di prodotti sostenibili, di rete e di bilancio di sostenibilità di filiera.
Ha pubblicato due romanzi con la Giraldi editore, “Potevi dirmelo prima” e “Sottovoce sul cuore”. Ha appena terminato il terzo romanzo e sta scrivendo un libro sulla parità di genere, tecnico, per la certificazione e al tempo stesso coinvolgendo diverse persone intervistandole, un format un po' nuovo. Attualmente è in fase di restyling il suo blog che da Gli unicorni vivono qui cambierà in Voci di donne, con un focus esclusivo sulle donne, le loro storie e le tematiche ad esse connesse. Ha conseguito il premio Rosanna Santarelli come imprenditrice dell’anno del fermano.

Sei CEO di DAMI dal 2022, su quali direttrici si basa la tua leadership? In cosa si differenzia la tua visione rispetto a quella del passato?

Dami vuole diventare un’azienda che sia rispettosa dell’ambiente, delle persone e della comunità.

Per fare questo ho voluto dare una forte spinta all’innovazione, promuovendo la crescita di una mentalità tra i collaboratori orientata al miglioramento continuo, alla sostenibilità, all’inclusione, alla socialità, alla cooperazione e all’empatia. Quando sono entrata in azienda, ho avvertito una sensazione di inadeguatezza che ho saputo presto tramutare in coraggio. Mi sono dovuta fare strada in un ambiente prevalentemente maschile, grazie all’intuizione che mi ha portato ad inventare un diverso stile di direzione aziendale più rivolto ad un’interpretazione umanistica del ruolo dell’imprenditore. Credo fortemente che le aziende debbano concorrere a perseguire due finalità dalle quali discende, in ultima istanza, un’esistenza comune ed individuale accettabile: la salute del Pianeta e il rispetto dei sentimenti e della natura delle persone. Questa è la mia idea di Industria 5.0 che mette al centro le persone.

Per me le persone sono il valore più grande.

La visione umanistica del fare impresa, che sento nelle mie corda, anche in virtù della mia formazione e dei miei studi, rappresenta forse l’elemento di differenziazione più forte rispetto al passato.

L’ Additive Manufacturing rappresentare la scommessa su cui puntare, specialmente nel settore calzaturiero. Come questa tecnologia rappresenta una soluzione innovativa e sostenibile?

Con la nascita del DLAB Creative House che è il nuovo reparto dedicato alla manifattura additiva, siamo riusciti a sviluppare materiali e modelli innovativi in grado di supportare i nostri clienti nel perseguire gli obiettivi di sostenibilità ambientale, design e funzionalità delle suole, ma poi ci siamo evoluti per la prototipazione rapida anche in altri settori di attività, al di fuori della calzatura.

La stampa 3D rappresenta indubbiamente una soluzione innovativa in quanto permette di rompere le barriere rispetto alle geometrie tradizionali, attraverso la creazione di forme complesse e dettagliate prima inimmaginabili. Inoltre, permette di personalizzare ogni oggetto alle esigenze del cliente, fa risparmiare costi e tempi di produzione, evitando di costruire stampi complessi e ha un basso impatto ambientale in quanto riduce al minimo la generazione di scarti e permette l’uso di materiali riciclabili.

In che modo l’intelligenza artificiale può essere utilizzata nel settore Moda?

Nel mondo della moda l’intelligenza Artificiale può inserirsi in tutte le fasi del ciclo di vita dei prodotti: software che automatizzano la realizzazione dei capi e la gestione delle collezioni o la distribuzione dei prodotti in base alla domanda dei consumatori, fino a programmi che aiutano i consumatori durante gli acquisti e molto altro.

Noi come azienda che lavora nel business to business abbiamo eseguito i primi esperimenti di intelligenza artificiale nella fase di progettazione dei prototipi., Attraverso l’inserimento di una serie di parametri, gli algoritmi ci hanno restituito automaticamente il best fit tra il modello di suola pensato e quello che più si conforma alle specifiche esigenze richieste.

Abbiamo deciso di cavalcare questo percorso e stiamo portando avanti un progetto di ricerca con l’Università degli Studi di Macerata, proprio sull’utilizzo dell’AI nella fase di progettazione creativa per il nostro DLAB.

Tag tematici: Interviste e Editoriali She SPS Italia

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