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Intervista alla rappresentanza femminile dell'Ordine degli Ingegneri di Fermo

30 luglio 2024
Intervista alla rappresentanza femminile dell'Ordine degli Ingegneri di Fermo

In che modo si sta evolvendo la figura dell’Ingegnere, sempre più proiettato verso nuove tecnologie e scenari complessi e intangibili?

Ing. Catalini: La figura dell’Ingegnere si sta evolvendo di pari passo al progresso della società; la tecnologia è parte integrante delle nostre vite e ogni aspetto richiede una conoscenza approfondita del tema: se, ad esempio, fino a circa 50 anni fa l’ingegnere racchiudeva in sé tutto il “sapere” necessario per la realizzazione di un edificio, indipendentemente dal percorso di studi seguito, ora servono diverse figure specializzate per coprire ogni ambito, dall’aspetto strutturale, a quello termico, impiantistico, ecc.

Ing. Ortenzi: Le nuove tecnologie richiedono ingegneri sempre più specializzati ed aggiornati, in stretto contatto con ricercatori e produttori che possono fornire nuove idee da applicare nei propri progetti. I vari Ordini Provinciali degli Ingegneri possono offrire un’adeguata formazione anche su temi molto specifici.

Ing. Recanati: La figura dell’ingegnere si sta evolvendo con straordinaria velocità, adattandosi ai nuovi scenari. Vi è una certa resistenza di una parte dei colleghi “impostati” su un format standard. Penso che il ruolo stesso dell’ingegnere sia parte integrante del sistema complesso che stiamo vivendo.

Ing. Rutili: Nel periodo storico che stiamo vivendo, sempre più caratterizzata da continui stimoli a ricercare la digitalizzazione in ogni ambito e nell’epoca della transizione digitale e dell’intelligenza artificiale sempre più progredente, la figura dell’ingegnere è necessariamente chiamata a perfezionarsi ed a trasformarsi per restare costantemente aggiornata. Per raggiungere tale obiettivo le vengono incontro tantissime opportunità di aggiornamento e di crescita professionale quali corsi di formazione, incontri, convention sempre più performanti e tenuti da professionisti sempre più specializzati del settore anche con carature europee e mondiali.

Come sta cambiando l’attività formativa in questo settore?

Ing. Catalini: Di conseguenza se prima lavorare autonomamente era la norma, oggi è necessario che i tecnici uniscano le proprie competenze e conoscenze per riuscire a elaborare un progetto sotto ogni aspetto; inoltre la complessità delle normative attuali rende indispensabile un continuo confronto tra colleghi per poter avere una visione più completa possibile delle questioni che si devono affrontare. La partecipazione alla vita ordinistica, anche solo all’interno della propria provincia, potrebbe essere un modo per approfondire ed allargare la rete di conoscenza di ciascuno di noi.

Ing. Ortenzi: L’attività formativa online permette a più ingegneri, che vivono in province diverse, ma hanno gli stessi specifici interessi, di formarsi, seguendo corsi tenuti da ricercatori o da altri colleghi di maggior esperienza. L’appartenenza all’Albo degli Ingegneri permette un proficuo aggiornamento e una certificazione delle competenze acquisite.

Ing. Recanati: L’attività formativa dalla spinta seppur positiva del “covid” si è evoluta in maniera “inquietante” verso l’on-line. L’on line è un mostro che se non gestito in un certo modo non porta i frutti che potrebbe portare viste le potenzialità. Di fatto si è sommersi da una giungla di offerte formative, in cui spesso necessitano di un certo tempo per capire quale sia la più adatta ai propri scopi. Ci sono pertanto tanti lati negativi e tanti lati positivi, la gestione del tempo e del luogo dove svolgere il corso. La comodità di frequentare un corso dallo studio, non uscendo e non perdendo del tempo prezioso negli spostamenti è sicuramente un lato positivo, ma è altrettanto vero che si deve essere particolarmente attenti a conseguire quell’attenzione specifica per studiare attraverso la funzione on-line in quanto è facile “svagarsi”, lavorare, telefonare pur con pc acceso ed il corso che sta procedendo.

Ing. Rutili: Fino a qualche decennio fa la formazione professionale veniva svolta con lo spostamento fisico dell’ingegnere il quale presenziava alle varie fiere di settore, corsi organizzati dal proprio ordine di appartenenza o attraverso il passaparola tra colleghi, al giorno d’oggi anche l’attività di formazione è supportata e proposta in continuazione da corsi on-line che in un certo senso aiutano in termini di gestione del tempo ma peccano dal punto di vista di confronto diretto e scambio di opinioni con i colleghi e con le figure specializzate inoltre la globalizzazione permette di avere confronti anche con colleghi e specialisti a livello mondiale.

Per far fronte alla complessità e vastità delle nuove competenze richieste dal mercato, un Ingegnere deve lavorare in equipe per condividere competenze. Come si può attuare un cambio di paradigma?

Ing. Catalini: Anche l’attività formativa sta evolvendo: basti pensare alla possibilità di seguire da remoto corsi specializzati e mirati all’approfondimento di alcune tematiche che probabilmente non sarebbe stato possibile seguire in presenza.

Ing. Ortenzi: Il cambio di paradigma è obbligato, l’ingegnere, sia libero professionista o dipendente, deve interfacciarsi con altri colleghi che hanno conoscenze specifiche diverse ed aggiornate per concorrere, con loro, al raggiungimento degli obiettivi di progetto. Far parte di un Ordine aiuta in questo perché permette di far incontrare e far collaborare colleghi con obiettivi affini.

Ing. Recanati: Penso che il lavoro in equipe sia sempre più importante oggi giorno, non solo per migliorare l’approccio ma anche per cercare di analizzare tutte le sfaccettature che un problema può avere. Ripeto come scritto inuna precedente risposta, viviamo in un mondo “complesso” in cui non esiste una sola risposta univoca, ma numerose in funzione dell’obiettivo che si intende raggiungere. Lavorare in equipe con professionisti esperti in singole materie permette il giusto approfondimento alle problematiche al fine di trovare le giuste risposte.

Ing. Rutili: Dando per scontato, come giustamente detto nella premessa della domanda, che il lavoro in equipe è fondamentale per un ingegnere come in qualsiasi altro campo professionale (pensiamo alle professioni mediche ad esempio), credo che al giorno d’oggi anche un ingegnere che abbia svolto la sua attività per molti anni in totale singola autonomia si affianchi e collabori già con altre figure professionali perché l’attività tecnica si sta ampliando e si sta arricchendo di molte particolarità e peculiarità che un singolo non riesce a colmarle e approfondirle tutte.

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