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Intervista a Daniela Viola, Key Account Manager Medical in Omron

18 ottobre 2024
Intervista a Daniela Viola, Key Account Manager Medical in Omron

Dopo aver frequentato il Liceo Scientifico e la facoltà di Ingegneria Elettronica a Modena, ha iniziato a lavorare per una multinazionale nel settore dell’oleodinamica, avendo come obiettivo quello di entrare nel mondo dell’automazione industriale.
Nel 2007 questo obiettivo è stato raggiunto, ricoprendo il ruolo di Product Manager in un’azienda produttrice di sensoristica per differenti mercati e con diverse agenzie nel mondo.
Da 10 anni lavora in Omron Electronics Spa, ricoprendo attualmente il ruolo di Key Account Manager Medical, con focus sul mercato dei dispositivi biomedicali, dopo aver svolto i ruoli di Safety Specialist (FS Engineer (TÜV Rheinland) ), Field Sales Engineer e Key Account Manager per il mercato ceramico.

Come possiamo dire addio ai cliché sulle donne che lavorano in automazione avanzata?

Aumentando la diversità di pensiero attraverso un numero maggiore di donne nel settore tecnologico, credo sia questa la giusta direzione.
I dati di ricerca dichiarano che nel 2021 nel settore tecnologico e scientifico europeo solo il 21% degli scienziati e degli ingegneri nel settore manifatturiero sarebbero donne, e, nel 2023, le donne ricoprivano solo il 24% delle posizioni di leadership in ambito tecnologico.
Ritengo che l’ambito scolastico sia il punto di partenza: occorre invogliare e sostenere le studentesse a intraprendere studi e, successivamente, carriere scientifiche e togliere loro l’idea di “non essere brave” nelle materie scientifiche.
Arricchire i laboratori scolastici di tecnologia e personale aggiornato sulle evoluzioni tecnologiche permetterebbe alle studentesse di sperimentarsi nell’ambito dell’innovazione.
Successivamente, strumenti di welfare e infrastrutture sociali andrebbero a completare la proiezione dell’aumento della presenza femminile nei settori dell’automazione avanzata.
Garantire che i pregiudizi di genere del passato non vengano amplificati e proiettati nel futuro è sostanzialmente una questione di numeri, che vanno modificati con opportune strategie e strumenti.

In base alla tua esperienza in mercati tradizionalmente maschili, perché per le donne le professioni tecnologiche costituiscono una grande opportunità di sviluppo?

La consapevolezza del gap numerico e della diffidenza che potenzialmente può esserci nei confronti di una figura femminile ci sono. Questa consapevolezza va ad affinare caratteristiche quali resilienza, creatività e determinazione. Si è quindi determinate a raggiungere un obiettivo, scavalcando il principio del “si è sempre fatto così”, mettendoci del proprio, favorendo così, non solo una crescita professionale personale, ma una condivisione nel team di nuovi approcci.
Affinché il cambiamento possa concretizzarsi è necessario comprendere le dinamiche del team e promuovere un ambiente di lavoro positivo che avrà quindi la capacità di capire e far propri i nuovi metodi.
In questo modo le figure femminili non si adattano ma possono rimodellare l’ambiente lavorativo e generare innovazione

In che modo la vision femminile rappresenta un’opportunità all’interno di un’organizzazione aziendale?

L’approccio alla risoluzione dei problemi credo sia l’elemento che contraddistingue la vision femminile.
La realtà italiana è caratterizzata da un contesto culturale in cui ancora c’è la tendenza a demandare alla donna la gestione della quotidianità e della famiglia, oltre a situazioni in cui a parità di ruolo, una donna può percepire una retribuzione inferiore rispetto ad una figura maschile.
Questo porta le donne che hanno comunque voglia di seguire le proprie aspirazioni professionali a sviluppare buone capacità organizzative e ad allenare più un pensiero laterale rispetto a quello verticale.
Competenze di problem solving e creatività portano innovazione.

Tag tematici: Automazione Avanzata She SPS Italia

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