Imprenditrice, è Amministratore Unico di A&C Broker, primo Broker Etico d’Italia e tra i primi dirigenti di azienda a far raggiungere alla propria società il conseguimento della “Certificazione internazionale di Genere”, rilasciata da Winning Woman Institute in Italia ad appena diciotto aziende.
Impegnata da sempre sui temi delle pari opportunità, Referente per la Sicilia della Fondazione Marisa Bellisario, Presidente dell’associazione no profit Fiori d’Acciaio e componente del consiglio direttivo dell’Associazione Ets Vampa, ha svolto attività di Esperta della Ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti ed è Componente del Comitato impresa Donna istituito presso il Ministero dello sviluppo economico e della Jerusalem Foundation.
Vice Presidente della Fondazione Tommaso Dragotto, il suo impegno si estende alla protezione e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, attraverso iniziative e progetti culturali e di ricerca scientifica, in Italia e all’estero.
Nel 2019, la rivista Forbes la inserisce, prima e unica imprenditrice siciliana, fra le 100 donne leader italiane.
Attualmente riveste la carica di consigliere della Sicily by Car SpA e della Dragotto Holding SpA
Ad agosto del 2024 è stata nominata componente del Consiglio d’Indirizzo della Fondazione Teatro Massimo.
La cultura italiana è ancora inquinata da stereotipi e discriminazioni. Quali sono secondo te le prime azioni da mettere in campo per smontare la retorica e costruire un Paese che fa delle differenze una leva di crescita?
Innanzitutto voglio dire che lavorare per le Donne e con le Donne è sempre stato un mio pallino fisso e l'emozione che provo nel portare avanti questa idea e le buone pratiche per attuare una reale parità delle Donne e la loro valorizzazione, più che un 'lavoro', io lo ritengo una missione. L'Italia, al netto delle leggi e del politically correct, è comunque un Paese che risente di una centenaria cultura patriarcale difficile da scardinare, poiché molto profonda. Ma andiamo al dunque: innanzitutto, come faccio io 'praticamente 'nella mia Azienda, bisogna dare spazio e visibilità alle Donne che lavorano. Il lavoro, un'esperienza non troppo remota culturalmente in Italia per noi donne, rappresenta il primo reale strumento per la dignità sociale. Le 'quote rosa', hanno dato una spinta positiva in questo campo, ma la strada è ancora lunga e quindi sono necessarie: il merito da solo ancora non basta! E ancora, sostenere il networking tra Donne e giovani imprenditori è essenziale, così come fa la Fondazione Marisa Bellisario di cui sono referente in Sicilia. E cominciare ad educare a tutto questo partendo dai due nuclei fondanti della società, ovvero Famiglia e Scuola: un binomio inscindibile se si vuole davvero fare un lavoro che coinvolga le due agenzie educative più importanti, in un momento di crisi e cambiamento dell'assetto sociale.
La rivista Forbes ti ha nominato tra le 100 "donne leader italiane". Cosa significa costruire valore in un territorio più difficile di altri come quello siciliano e trasformarlo in risorsa?
Costruire valore è un concetto irrinunciabile per chi, come me da sempre, investe sopratutto su comportamenti socialmente responsabili. La mia azienda ha voluto investire in un territorio come la Sicilia, proprio per queste caratteristiche e per creare un ritorno economico, ma non solo, in questa terra. Le imprese devono certamente fare 'numeri', ma i numeri, da soli, non bastano. Ci vuole anche che gli stakeholders credano in una sorta di 'specchio' che li rappresenti. Che si possano immedesimare in azioni utili per la comunità. La difficoltà di investire in Sicilia sta nel fatto che questa sia una terra piuttosto 'chiusa', cosa che determina un circolo vizioso anche nelle azioni della maggior parte di chi prova ad investire qui da noi. Ma è solo sovvertendo questo paradigma, e aprendosi appunto ad investimenti socialmente responsabili, che si crea la fiducia. È così che ho impostato la mia Azienda ed è così che sto provando a creare valore, trasformando in risorsa quello che in Sicilia esiste, come potenziale, ma ancora non proiettato nel futuro. I giovani sono una grande risorsa di capitale umano, così come tante donne.
Si parla spesso di carriera delle donne, di equità salariale, di lavoro delle donne in genere, ma la percentuale di donne che ritengono di avere le competenze necessarie per aprire un’impresa è ancora ridotta. In che modo possiamo promuovere piani di educazione ed alfabetizzazione finanziaria, aiutando a compiere scelte più consapevoli?
Cosa trattiene ancora le donne dal 'concepirsi' come capaci di intraprendere un percorso lavorativo autonomo? La risposta è sempre la stessa: un vincolo antropologico e culturale che blocca quel balzo in avanti che, nei Paesi del nordeuropa, ad esempio, è avvenuto più di trent'anni fa. Come dicevo, c'è bisogno di una vera e propria rivoluzione antropologico culturale. Dunque la strada è una soltanto, quella della formazione. Una formazione continua e stratificata, che parta fin dall'orientamento scolastico e che porti le ragazze ad interessarsi di Stem e materie economiche. Che porti le aziende ad investire nel campo della formazione, affinchè si possano creare le sinergie adatte per introdurre le donne in un mondo del lavoro finora poco praticato. Ma lo sapete che su 100 ragazzi che si iscrivono all'università in facoltà economiche o scientifiche, la percentuale femminile è soltanto del 20%? Quindi, formazione più sinergia tra aziende e università, è la ricetta per promuovere questa rivoluzione. E poi, costruire reti di supporto tra donne imprenditrici, è fondamentale anche per dare forza e visibilità ad una comunità, che trae ispirazione dalle storie di chi ce l'ha fatta. Questo è il percorso che ha caratterizzato soprattutto gli ultimi dieci anni di attività sia della mia azienda, sia degli impegni che ho preso con la società, per portare avanti questi temi. E riesco, ancora, ad entusiasmarmi.
Tag tematici: Gender Gap She SPS Italia
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