
Co-ideatrice e direttrice generale della Fondazione Mondo Digitale, la prima non profit italiana dedicata all’inclusione digitale (mondodigitale.org).
È stata consulente sui temi dell’innovazione per il Comune di Roma, il Comune di Bologna, il Comune di Livorno, contribuendo allo sviluppo delle prime reti civiche promosse dalle pubbliche amministrazioni locali, tra cui la rete civica Iperbole.
Nel 1999 a Edimburgo ha fondato Helios ICT Management ltd, spin off dell’Università di Edimburgo impegnata in progetti di R&TD. Nel 2000 ha coordinato il processo che ha portato il Comune di Roma ad assumere la presidenza dell’European Telecities Network (diventato Eurocities Knowledge Society Forum), una rete che annovera oltre 120 partner tra capitali e grandi città dell’Unione europea. Dal 1998 al 2001 ha coordinato a Bruxelles i lavori del gruppo tecnico della presidenza romana di tale associazione.
Ci racconta come ha coordinato il processo che ha portato il Comune di Roma ad assumere la presidenza dell'European Telecities Network?
È stata una sfida coinvolgente e appassionante, in uno scenario completamente diverso da quello odierno. La digitalizzazione delle città europee era ancora in una fase emergente, focalizzata soprattutto sull'implementazione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) per migliorare i servizi pubblici e promuovere lo sviluppo economico. Città come Stoccolma, Barcellona, Amsterdam e Helsinki erano considerate tra le pioniere nell'adozione di tecnologie digitali, ma non c’erano strumenti di misurazione sistematica e comparativa, come l’attuale Desi, introdotto dalla Commissione europea solo nel 2014. Al mio fianco e come guida avevo una donna straordinaria, Mariella Gramaglia, assessora alla Comunicazione, semplificazione e pari opportunità del Comune di Roma. Mi ha sostenuto nella creazione del Consorzio Gioventù Digitale, prima partnership tra pubblico e privato, e nell’inteso lavoro di sensibilizzazione degli stakeholder per portare Roma alla presidenza dell'European Telecities Network, poi rinominato Eurocities Knowledge Society Forum, rafforzando la cooperazione europea su innovazione, sostenibilità e inclusione.
Cosa l'ha spinta a fondare il Consorzio Gioventù Digitale, poi Fondazione Mondo Digitale?
Nel 2000 con il Comune di Roma abbiamo lanciato il Global Junior Challenge, un concorso di dimensione globale per valorizzare e premiare i progetti più innovativi che usano le nuove tecnologie per l’educazione e la formazione dei giovani. L’iniziativa ha avuto un enorme successo e ha messo in luce l’urgenza di affrontare il divario digitale, anche in una città complessa come Roma. Da qui nasce il Consorzio Gioventù Digitale, un innovativo partenariato tecnologico tra pubblico e privato per sostenere l’inclusione digitale a partire dall’innovazione nella scuola. Con la spinta civile di Tullio De Mauro, linguista, professore emerito e studioso dei sistemi di istruzione a livello internazionale, che ha accettato subito di assumerne la guida come presidente, ed il supporto scientifico del prof. Alfonso Molina abbiamo trasformato l’organizzazione in un potente strumento di servizio pubblico per promuovere l’innovazione sociale, combattere ogni forma di esclusione e costruire una società democratica della conoscenza. Oggi la Fondazione Mondo Digitale è riconosciuta come ente del Terzo settore, iscritta al Runts, e opera a livello locale, nazionale e internazionale con partnership in più di 40 paesi.
La Fondazione ha assistito, come tutti noi, a trasformazioni tecnologiche notevoli. Cos'è cambiato in questi anni e come si misurano i risultati del suo operato?
La rapida evoluzione tecnologica ci spinge spesso a sottovalutare le implicazioni etiche ed educative di trasformazioni sistemiche che non riguardano solo l’intelligenza artificiale, ma anche robotica, neuroscienze e genomica. Sono in gioco eventi sistemici che influenzano profondamente la vita personale e sociale, per questo siamo convinti che l’educazione alla vita nel XXI secolo non possa fare a meno di creare consapevolezza, personale e collettiva, sull’impatto della “grande accelerazione” sulle nostre vite. Sono sfide che devono diventare centrali nei curricoli di apprendimento e parte del bagaglio culturale delle nuove generazioni. Ecco perché investiamo nella scuola, animando originali cordate educative con atenei, aziende, anche grandi corporation, centri di ricerca ecc. Per misurare il nostro impatto, usiamo la metodologia di Valutazione in tempo reale, sviluppata dal nostro direttore scientifico Alfonso Molina, Personal chair in Technology Strategy all’Università di Edimburgo. Questo approccio dinamico e adattivo ci consente di monitorare e migliorare continuamente i processi di innovazione sociale, misurandone il successo a breve, medio e lungo termine.
Tag tematici: Digitalizzazione Interviste e Editoriali She SPS Italia
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